400 Colpi

  • Autore: Vários
  • Narratore: Vários
  • Editore: Podcast
  • Durata: 23:26:25
  • Altre informazioni

Informações:

Trama

Trasmissione etico-pedagogica a cura di Simone Lanza.

Episodi

  • 422 Colpi: Mercificazione dell’istruzione, intervista a Nico Hirtt

    13/04/2015 Durata: 31min

    Alla fine del 1989 un « gruppo di lavoro educazione » dell’ERT pubblica un rapporto intitolato « Educazione e competenza in Europa ». Questo sarà il primo di una lunga serie di documenti ad affermare «l’importanza strategica vitale della formazione e dell’educazione per la competitività europea » e a pérorare « un rinnovamento accelerato dei sistemi d’insegnamento e dei loro programmi ». Hirtt sostiene che se si vuole situare la nascita di una politica comune in Europa occorra guardare alla potente lobby padronale della Tavola Rotonda Europea degli industriali (ERT) che ha fatto pressioni sulla Commissione Europea. Questa lobby, creata nel 1983, riunisce una quarantina tra i più potenti dirigenti industriali europei, come Peter Brabeck (Nestlé), Paolo Fresco (Fiat), Leif Johansson (Volvo), Thomas Middelhoff (Bertelsmann), Peter Sutherland (BP) o Jürgen Weber (Lufthansa). Il loro lavoro comune consiste nell’analizzare le politiche europee in diversi settori e nel formulare raccomandazione corrispondenti ai pro

  • 421: Colpi: decrescita, etica e pedagogia. Intervista a Serge Latouche

    23/03/2015 Durata: 28min

    Lo slogan di decrescita ci obbliga a capire che l’economia non cresce e non si sviluppa come gli organismi, né può farlo all’infinito (ascolta la prima parte). In questa seconda parte dell’intervista, Latouche evidenzia come la dimensione dell’infinito possa essere recuperata solo nella dimensione spirituale che Latouche rivendica a patto che sia laica e non religiosa. L’illimitatezza dei pubblicitari crea invece sempre più bisogni e sempre più illimitati perché “un popolo felice consuma poco”. Come Lasch e Orwell, Latouche si definisce rivoluzionario conservatore perché i modernisti hanno distrutto il sistema tradizionale di educazione, mentre la cultura classica permetteva di costruire la personalità dei giovani. Le critiche di Gandhi e Illich al sistema di istruzione occidentale non sono state recepite: la scuola è importante ma la formazione dei giovani non tocca solo alla scuola ma anche alle famiglie e alla società, il problema è che lo stato si è sostituito alle famiglie. Per Latouche “la pedagogia del

  • 420: Colpi: pedagogia della decrescita? Intervista a Serge Latouche

    10/03/2015 Durata: 25min

    Lo slogan di decrescita ci obbliga a capire che l’economia non cresce e non si sviluppa come gli organieconomistaopazzosmi, né può farlo all’infinito. La decrescita è un progetto etico prima ancora che politico. In questa intervista Latouche si definisce conservatore rivoluzionario preferendo con Illich i processi informali di educazione a quelli mercificati delle istituzioni, ritiene che una educazione classica e umanistica sia oggi un atto rivoluzionario di resistenza di fronte all’avanzata culturale del neoliberismo.

  • 419 Colpi – E’ possibile fare a meno dell’autorità? con Daniela Di Carlo

    23/02/2015 Durata: 21min

    Con Daniela Di Carlo si ragiona ancora su alcune parole-chiave della trasmissione. Le difficoltà della globalizzazione con la sua crisi delle ideologie, la crisi dei grandi movimenti e le loro utopie generano passioni tristi e mancanza di futuro. E’ in questo scenario che si colloca la crisi dell’autorità. Le grandi narrazioni, politiche e religiose, che indirizzavano la storia sono al tramonto. Siamo di fronte a un mondo disincantato. Ma l’autorità che il pensiero della differenza ci ha insegnato a guardare in termini positivi è una autorità che fa bene, perché non è usata per opprimere. Riconoscere che le donne hanno un sapere storico e una visione del mondo fondamentale, è una autorità che ci permette di decodificare quello che succede nel mondo, accostare i vari saperi, stare in relazioni asimmetriche. Tutto questo fa parte della capacità di crescere e l’autorità può essere usata per fare entrare in relazione creativa le persone. L’autorità dà quindi potere alla gente. In termini pedagogici l’autorità è i

  • 418 Colpi – Giovani che creano bene comune II – Intervista ad Andrea Marchesi

    18/02/2015 Durata: 22min

    Nella puntata 416 Marchesi ha iniziato a evidenziare alcune caratteristiche dei giovani che generano beni comuni. La grande enfasi conferita al piacere di stare insieme prefigura una nuova modalità di stare nel gruppo, molto legata a una dimensione pragmatica che pone l’accento e l’attenzione ai processi relazionali. Scartate alcune categorie negative, ultima tra queste quella di Neet, la ricerca riferisce di giovani desiderano una relazione con gli adulti, a condizione che siano figure adulte significative: dei testimoni. E’ come se l’unica relazione significativa tra generazioni possibile fosse quella dell’ipotesi di Freire: gli esseri umani si educano fra loro stando al mondo. Siamo di fronte a una richiesta selettiva perché i/le giovani di oggi si rivolgono ad adulti/e che hanno una esperienza degna di essere vissuta, per prenderne spunto e rielaborarla; non hanno bisogno di modelli da imitare. Figure adulte come quella del passatore, di chi accompagna e poi mi lascia andare sul confine. Il maggior bene c

  • 417 Colpi – Disparità e conflitto – Intervista a Daniela Di Carlo

    16/02/2015 Durata: 19min

    Educare al conflitto è qualcosa di problematico. In un conflitto si è chiamati in prima persona. Il conflitto è però anche qualcosa di strisciante. Ci sono anche conflitti insuperabili. Il pensiero della differenza di genere insegna che la conflittualità deve essere affrontata e che forse è proprio importante iniziare a riconoscere la disparità che è alla base della relazione. La disparità deriva dal diverso sapere. Un mito che ostacola questo riconoscimento oggi è quella del protagonismo, mito dell’individualismo che viene inculcato fin da piccoli con ogni sorta di evento, questo mito rende difficile l’esercizio dell’umiltà. Seguendo alcune indicazioni del pensiero della differenza la questione del conflitto così vista ci porta a quella dell’autorità.

  • 416 Colpi – Giovani che creano bene comune – intervista ad Andrea Marchesi

    06/02/2015 Durata: 23min

    I/le giovani di oggi sono spesso descritti in termini negativi e quindi è solo tramite una decolonizzazione di questo immaginario negativo, tramite un abbandono dei simulacri e delle etichette del momento (come i narcisisti, gli spavaldi, i nichilisti, gli sdraiati, etc…) che si può cercare di capire chi siano oggi i giovani. Lasciate alle spalle tutte queste etichette di passività, sfiducia, autocentratura, etc… è possibile capire le modalità di azione e cooperazione di alcuni giovani. Sono i giovani che dalla Calabria al Friuli passando per la val Pellice lasciano tracce delle loro azioni collettive sulla comunità locale, producendo beni comuni. Sospendendo giudizi, evitando simulacri ed evitando di volere capire/attribuire dei bisogni è possibile mettere a fuoco alcune caratteristiche comuni di questi nuovi gruppi di giovani: gruppi con durata breve, gruppi con obiettivi, gruppi attraversati e non gruppi di permanenza, nè tanto meno gruppi basati sull’identità; gruppi che pongono molta enfasi sul pragmatis

  • 415 Colpi – La teologia queer può servire alla pedagogia?

    30/01/2015 Durata: 25min

    Continuiamo le conversazioni con la pastora e teologa Daniela Di Carlo per interrogarci su come la riflessione teologica sul gender possa aiutare un pensiero etico-pedagogico all’altezza dei tempi. Come pensare a una pedagogia queer capace di educare al genere senza ingabbiare in un genere? Quali sono le potenzialità di una teologia e un’etica basata su valori indecenti che riabilitano il diverso e la diversa? E’ possibile pensare a valori che ci orientano nel mondo, che ci guidano verso la giustizia, verso il rispetto per i generi diversi e che non pretendano alcuna validità universale? FotoDanSimLa teologia queer è una critica molto dura all’ordine occidentale e alla sue ingiustizie. Si caratterizza come una teologia della liberazione, nel senso di una teologia contestuale. Tale apparentamento nasce, prima di tutto, dalla stessa metodologia utilizzata e poi dalla visione comune della teologia come strumento per liberare dall’oppressione, in questo caso perpetrata a danno di gay, lesbiche, bisessuali, transg

  • 414 Colpi – Con che genere di teologia? con Daniela Di Carlo

    22/01/2015 Durata: 11min

    Come si può educare al genere con valori che non ingabbino in un genere? Ma prima ancora cosa è esattamente il genere? Cosa dicono le teorie post-gender cosa? dicono i detrattori reazionari quando parlano di ideologie del gender? Mettere in discussione l’universalità dei due generi significa dover rinunziare al linguaggio inclusivo? Significa dimenticare che il linguaggio e la società sono ancora sessisti? Quali sono le sfide dFotoDanSimell’educare al genere oggi senza predefinire modelli forgiati su stereotipi? Senza cadere in contro-stereotipi? Forse ci aiuta sapere che genere è unacategoria non descrittiva ma performativa. Il corpo non è tutto, le teorie post-gender vogliono partire dalla realtà, descrivere come stanno le cose al di là delle leggi, delle norme prescrittive date dalla società. Così l’identità è qualcosa di instabile. Il risultato con cui fare i conti è che il genere forse non è così fondativo, mentre ciò che è fondativo è l’incontro. I corpi alle volte hanno imprigionato le persone, perchè

  • 413 Colpi – Gestire i conflitti – Intervista a Gabriella Giornelli

    14/01/2015 Durata: 25min

    Abbiamo concluso il 2014 con l’invito alla ribellione da parte del movimento dei ragazzi e ragazze di strada del Guatemala e iniziamo il 2015 con Gabriella Giornelli parlando dell’importanza della gestione del conflitto (seguendo delle piste già iniziate con Marianelli Sclavi). L’adolescenza è davvero l’età conflittuale? Quali sono gli ingredienti per ascolto attivo e mediazione creativa? quale lavoro bisogna fare nella gestione delle emozioni? Come è possibile trasformare il conflitto nel motore del cambiamento personale e sociale? Nonostante viviamo in una società che promuove protagonismo e individualismo, tra litigi e persino dietro la violenza degli e delle adolescenti si nascondono valori come l’amicizia e il rispetto.Solo riconoscendo queste qualità è possibile costruire un mondo migliore. Magari iniziando proprio dalle scuole che possono diventare dei luoghi felici, a condizione che non si limitino a istruire e dare nozioni, ma assumano totalmente la responsabilità di educare cittadini e cittadine; a

  • 412 colpi – Dalle strade di Guatemala – Intervista a Gerard Lutte

    23/12/2014 Durata: 19min

    Le parole di speranza e di futuro migliore dei ragazzi e delle ragazze di strada della Città di Guatemala ci invitano a un Natale attento ai beni comuni e alla condivisione. Sono le parole di Gerard Lutte, professore universitario che incontra i giovani, li ascolta e, con loro, apre un percorso di liberazione collettiva. Nei progetti del MOJOCA – Movimiento jóvenes de la calle che sta festeggiando il ventesimo Natale – si lotta insieme contro la miseria, la violenza, il machismo, la droga, il razzismo con gruppi di auto e mutuo-aiuto. MOJOCA lotta contro il neoliberismo e il capitalismo, contro il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti – TTIP- e contro tutte le logiche di privatizzazione del pianeta, per un mondo migliore. Il MOJOCA dal 2006 è completamente autogestito, alcune educatrici di oggi sono le ragazze di strada di vent’anni fa quando tutto iniziò. Adesso al MOJOCA sono attivi molti progetti, c’è la casa dell’amicizia che ospita quotidianamente giovani che vogliono uscire dalla stra

  • 411 Colpi – Nonni e nonne postmoderne – Intervista a Silvia Vegetti Finzi

    15/12/2014 Durata: 19min

    L’essere umano è caratterizzato dalle cure alloparentali della prole: le cure della prole vengono effettuate infatti da individui diversi (allo) dai genitori (parents). Fin dai primi giorni i/le neonati vengono lasciati e lasciate nella braccia di fratelli e sorelle maggiori, di zii e zie, di nonni/e, di cugini/e. Tra le figure che danno cure, nelle intemperie e difficoltà della nostra società globale, nelle tante forme in cui si ridisegnano le geometrie famigliari, ci sono soprattutto i nonni e le nonne. Le nuove generazioni senza un lavoro fisso, senza diritti e senza molte garanzie sono spesso aiutate proprio dalla generazione più anziana e più ricca, cresciuta con garanzie sociali, lavoro fisso e diritti sul lavoro. Sono i nonni postmoderni che, cresciuti negli anni del miracolo economico, godono di maggior benessere e hanno assistito agli sconvolgimenti prodotti dagli anni della contestazione, al rovesciamento dei canoni e dei valori della tradizione. Spesso garantiscono a figli e figlie un aiuto economi

  • 410 Colpi – I padri materni – Intervista a Simona Argentieri

    09/12/2014 Durata: 21min

    Grazie ai cambiamenti sociali e ai movimenti femministi, gli uomini di oggi hanno avuto la possibilità di occuparsi dei bambini e delle bambine: possono scoprire tenerezza e sentimenti in una vicinanza maggiore, data anche dal dedicarvi più tempo sia nel gioco che nelle cure quotidiane. Scompare il padre tiranno, affettivamente lontano, preso dal lavoro e incline alle punizioni, compaiono i nuovi padri, che si alternano con le madri al biberon. Capaci di assolvere tutte le funzioni della maternità con naturalezza e piacere, come incarnano la non nuova fantasia del padre materno, forte, tenero e protettivo? Cosa significa per un/a bambino/a ricevere cure paterne? Sono paterne e materne le cure? In cosa sono diverse? E se i papà di oggi fanno volentieri i mammi chi è che si occuperà di svolgere le tradizionali funzioni paterne? Alcune donne sono troppo pronte a delegare al nuovo padre altre persistono nell’escluderlo creando frustrazioni nei nuovi padri che non si sentono uguali. Cosa significa quindi condivide

  • 409 Colpi – Il genere dell’immaginario – Intervista a Sara Marini

    01/12/2014 Durata: 24min

    Sono cambiati i tempi e le tipologie di famiglie ma ci sono molti stereotipi che vengono profondamente radicati in bambini e bambine fin dai primi anni di vita. Già nell’età di formazione dell’immaginario – nel periodo 0-6 anni – vengono infatti trasmesse, più o meno consapevolmente, distinzioni tra maschio e femmina che perdureranno. Si pensa che per la consapevolezza di genere ci sia tempo negli anni successivi, ma in realtà è proprio in questo primo periodo che si forma l’immaginario. Definizioni, aggettivi, frasi dette con altri fini, gesti concorrono a trasmettere una visione del mondo che è ancora stereotipata dove il femminile rimane il secondo sesso. Come è possibile uscire da un immaginario sessista? Il linguaggio è costitutivo della identità. Purtroppo chi pratica azioni – anche in sintonia con le indicazioni e le linee guida dell’OCSE e dell’OMS – nel senso di decostruire questo immaginario, subisce attacchi molto violenti da parte della gerarchia della Chiesa Cattolica che ha creato un nuovo nemic

  • 408 Colpi – Internet controlla l’immaginario? – Intervista a Ippolita

    25/11/2014 Durata: 21min

    Quando apriamo un indirizzo FB a ns figlia di 12 anni perché lei non potrebbe ma tutte le amiche ce l’hanno e le do l’amicizia che contratto sottoscrivo? Si modifica la relazione educativa mia e le amicizie di mia figlia? 15 anni fa Ramonet in Il pensiero unico metteva in guardia dal potere del pensiero unico esercitato da TV e media; arrivato a 15 anni un bambino aveva ucciso centinaia di migliaia di volte virtualmente, e questo era considerato banalizzazione della morte; adesso, a questo problema non scomparso, si aggiunge che un adolescente avrà messo chissà quanti milioni “mi piace”? che portata ha il mi piace sull’educazione allacittadinanza? siamo in grado di esprimere in modo critico il nostro dissenso? Cambia la democrazia? Quali modifiche di relazioni tra persone genera ‘uso di internet? Quali modifiche di percezione della democrazia e della partecipazione politica? Forse i questi nuovi media non sono né buoni, né cattivi, ma nemmeno neutri. Impongono una modalità di relazionarsi e forse il luogo com

  • 407 Colpi – Corpi di donne e uomini in TV – Intervista a Lorella Zanardo

    18/11/2014 Durata: 22min

    Donne e uomini sono presentati/e e inquadrati/e in modi molto diversi, ma questa diversità lungi dal valorizzare le differenze rafforza gli stereotipi sessisti e impone taglie e atteggiamenti. Lo stereotipo di molti adolescenti secondo cui la donna è come una serratura e l’uomo come una chiave (la chiave buona apre molte serrature ma la serratura buona si fa aprire solo dalla chiave giusta) riflette una Italia avvilita da una televisione fortemente sessista che ben si riconosce nel macho. Mentre i corpi delle donne vengono mostrati (quasi) nudi o comunque per quello che appaiono, gli uomini si presentano per lo più abbottonati, sono padroni del discorso televisivo e contano per quello che dicono. La televisione ha tuttavia responsabilità pubbliche ed educative che non possiamo ignorare. E’ quindi importante non tanto smettere di guardare la TV ma avere degli strumenti critici per potersene distanziare e strumenti politici per influenzare la qualità dei programmi, denunciando tutto ciò che non rispetta la dign

  • 406 Colpi – 406 Generazione esclusa – Intervista a Stefano Laffi

    10/11/2014 Durata: 21min

    Gli adulti esercitano un potere enorme sulle future generazioni: fin dalla prima infanzia abituano alla norma e al controllo, dall’ospedale alla scuola; si cresce in mondo che non lascia spazio all’uscita dai modelli; ancor la pubblicità gioca un ruolo quasi criminale andando a plasmare con il neuromarket le menti precognitive di bambini/e. Siamo di fronte a una congiura delle vecchie generazioni contro le nuove perché arrivati alla maggiore età non c’è posto per le proprie strade, la disoccupazione e l’occupazione sono una gabbia gerontocratica. Quali sono i diversi meccanismi di esclusione delle nuove generazioni? Come vengono controllati ed esclusi dalla cittadinanza? Quale è il ruolo della pedagogia del tasto play – l’oggetto opaco sconosciuto che però educa? Quale ruolo gioca il potere educativo del marketing e della TV nel formare i desideri, nel prescrivere cosa bisogna sognare e come fare le feste compleanno? In un mondo che adultizza l’infanzia e infantilizza l’età adulta, il problema non sono i giov

  • 405 Colpi – Praticare l’ascolto e il conflitto – Intervista a Marianella Sclavi

    04/11/2014 Durata: 23min

    Siamo capaci di ascoltare spontaneamente o è necessario imparare? E come è possibile imparare ad ascoltare se questo implica un conflitto? Cosa significa avere un atteggiamento da antropolog*? L’ascolto attivo è importante e si distingue dall’ascolto normale perché presuppone una relazione e la volontà di stare in relazione, di riconoscere che la persona che abbiamo di fronte ha le sue ragioni ed è intelligente. E’ importante pensare che il conflitto sia inevitabile perché siamo diversi e non dobbiamo averne paura. Il diverso punto di vista può trasformarsi in risorsa e ci può aiutare a dare maggiore profondità alla visione comune. Per questo bisogna intendere il conflitto come qualcosa di creativo ed entrare in conflitto senza prefigurarsi l’esito ma prestando ascolto. C’è anche bisogno di una autoconsapevolezza emozionale, capace di cambiare l’idea comune di emozione. Quindi per ascoltare occorre abbandonare il mito della spontaneità delle emozioni e incontrare qualcuno/a che pratichi l’arte di ascoltare?

  • 404 Colpi – Il potere degli schermi – Intervista a Jacques Brodeur

    28/10/2014 Durata: 27min

    Il potere degli schermi oggi è fortissimo ma le conseguenze sono sottovalutate. Sebbene l’esposizione a schermi di TV, video e videogiochi sia fortemente sconsigliata dalle associazioni mediche e pediatriche prima dei 3 anni e sebbene fino ai 10 anni se ne raccomanda un uso moderato – non più di 1 h al giorno in tutto, i bambini e le bambine ne rimangono catturate. Il tempo che bambini e bambine passano davanti agli schermi è molto molto maggiore di quello passato a parlare con genitori e persino con i pari. Gli schermi catturano e mettono in cattività bambini/e – li rendono sedentari- limitandone l’espressione corporea. E una catena invisibile quella che incolla allo schermo. Oltre alla sedentarietà e tutti i danni sulla salute, è ormai provato che arrivati in età scolare la sovra-esposizone provoca limitazioni sulle capacità di attenzione e concentrazione, problemi di memoria, ma soprattutto diminuzione del tempo di dialogo con genitori e con pari e meccanismi di risposta violenti. Eppure si può fare qualco

  • 403 Colpi – Madri postmoderne – Interviste a Olivia Guaraldo

    24/10/2014 Durata: 24min

    Come sono e come devono essere le mamme di oggi? Le nuove forme di lavoro flessibili postfordiste stanno contribuendo alla messa in crisi del monopolio materno della cura e i padri si occupano sempre più dei figli. I tempi del lavoro, benchè stressanti per la flessibilità permanente, permettono nuove ed eque divisioni dei ruoli, ma le donne di oggi sono libere da costrizioni? Non ci sono forse nuovi obblighi morali che definiscono modelli di genitorialità femminile e maschile? Questi modelli che presentano nuovi ruoli naturali a cui la donna deve sottostare non rischiano di condizionare l’educazione? Ritenere che la donna abbia naturalmente un rapporto privilegiato con il bambino/a in virtù dell’allattamento non contribuisce ad aumentare gli stress verso la madre e autorizzare il padre a lasciare alla madre lo spazio esclusivo della cura specialmente nei primi anni di vita? Pensare che il latte materno abbia il potere di allevare una umanità sana non rischia di costruire nuovi stereotipi religiosi per madre e

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