400 Colpi

Per educare a educare alla libertà è importante insegnare ai bambini e alle bambine a non litigare oppure a litigare bene? La questione dei litigi infantili è stata definita l’ultimo tabù pedagogico. Imparare a litigare bene è importante, ed è forse il migliore antidoto alla violenza. I bulli infatti non sanno litigare. Litigare bene senza l’intervento degli adulti è però un privilegio che hanno in pochi/e bambini/e. Le persone adulte preferiscono intervenire, cercare il colpevole, imporre la soluzione. In questo modo le capacità di riconciliazione e accordo vengono depotenziate e non si aiutano i bambini e le bambine a comunicare e farsi capire. Litigio non è violenza ma conflitto. Ma come è possibile nel mondo d’oggi educare al conflitto se i conflitti sono sinonimo di guerra e disastri?

Le trasformazioni culturali e del mondo del lavoro hanno messo in discussione la divisione dei ruoli tradizionali di uomo e donna, di spazio privato (casa) e spazio pubblico (professione, politica), di lavoro produttivo e lavoro di cura della prole. Possiamo dire che non esistono più discriminazioni di genere basate su stereotipi profondi? È possibile non cadere nella trappola di inventare contro-stereotipi? È possibile educare alla libertà e alla differenza senza cadere nella trappola di dare altri modelli precostituiti di maschile e femminile? Scuola e famiglie che ruolo giocano e da che parte possono schierarsi?