Trama
Il podcast della trasmissione Memos di Radio Popolare
Episodi
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Doppio appello: firme contro il TTIP e 300 economisti per la Grecia. Con Alberto Zoratti e Mario Pianta.
10/02/2015 Durata: 26minUna raccolta di firme contro i negoziati per il Trattato Transatlantico tra Unione Europea e Stati (TTIP). E' stata lanciata da “stop-ttip.org”: in Italia aderiscono, tra gli altri, Attac, Fairwatch, Movimento Consumatori, Legambiente, Cgil Funzione pubblica. A Memos Alberto Zoratti, presidente di Fairwatch. “Per il rispetto delle decisioni del popolo greco” è, invece, il titolo di un documento scritto da 300 economisti internazionali ed inviato ai governi europei e alle istituzioni internazionali. Ospite di Memos oggi uno dei firmatari: Mario Pianta, economista all'Università di Urbino, animatore del sito sbilanciamoci.info.
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Renzi e le modifiche alla Costituzione: a sua immagine e somiglianza? Intervista con Enzo Balboni.
09/02/2015 Durata: 26minEnzo Balboni è ordinario di istituzioni di diritto pubblico all'Università Cattolica di Milano. E' un costituzionalista e appartiene a quel filone cattolico-democratico della dottrina giuridica italiana. Delle modifiche alla Costituzione proposte dal governo Renzi, e in discussione alla Camera, ha un giudizio critico anche se non vede il rischio di una “deriva autoritaria”. In quel testo, però, ravvisa l'impronta decisiva del progetto politico di Renzi di voler rafforzare i poteri del governo, anche sul Parlamento. «Certamente i poteri del governo nel processo legislativo aumentano – sostiene Baldoni - Tutta la vicenda della riforma costituzionale è sotto un segno “politico”: Renzi chiede il consenso sulle modifiche alla Costituzione nello stesso modo in cui chiede i voti su tutti gli altri provvedimenti del suo governo. Renzi si sente sicuro di vincere la partita e per questo ha annunciato, attraverso il ministro Boschi, che ci sarà comunque il referendum confermativo. Un fatto inedito, una sfida alla maggio
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In Italia la questione criminale è una questione nazionale? Intervista con Anna Canepa e Marcello Ravveduto.
05/02/2015 Durata: 26min"La corruzione ha raggiunto livelli inaccettabili. La lotta alla mafia e alla corruzione sono priorità assolute." Sono le parole del presidente della Repubblica Mattarella nel suo discorso di insediamento davanti alla Camere. Provate ad affiancarle a queste altre parole, pronunciate dal presidente della Corte d'Appello di Milano Giovanni Canzio all'inaugurazione dell'anno giudiziario, una decina di giorni fa. «A seguito della pratica neutralizzazione del diritto penale delle societa` e dei mercati finanziari ad opera soprattutto della controriforma del 2002, manca tuttora un adeguato controllo di legalita` della governance dell’economia e della finanza». Canzio ci ricorda che da oltre dieci anni manca un “adeguato controllo di legalità” (altro che priorità!) su economia e finanza, cioè sui principali strumenti che le mafie utilizzano per espandere il loro potere criminale. Eppure coesistono queste parole, le prime con le seconde. Memos ne ha parlato oggi con Anna Canepa, sostituta procuratrice nazionale ant
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La montagna del debito greco può partorire un'Europa diversa da quella dell'austerità? Intervista con Luca Fantacci.
04/02/2015 Durata: 24minIl nuovo governo di Atene sta chiedendo ai leader europei di considerare il caso greco non un caso nazionale, ma di tutto il continente. Il viaggio nelle capitali d'Europa di Tsipras e del suo ministro Varoufakis ha un obiettivo: aprire un negoziato a livello europeo sul debito di Atene, un debito da considerare politicamente come un obbligo, una responsabilità di tutta l'Europa visto il fallimento delle politiche di austerità. Operazione molto difficile. Ma le prime reazioni non sembrano negative. Da Roma a Parigi, da Londra a Francoforte, nessuno ha sbattuto la porta in faccia a Tsipras. Se alla disponibilità di ascolto seguirà anche un cambio nelle politiche, molto dipenderà dalle posizioni del governo tedesco. Ma per ora il viaggio di Tsipras non prevede una tappa a Berlino. A Memos ne abbiamo parlato oggi con Luca Fantacci, economista, storico dell'economia all'Università Bocconi. «L'egemonia tedesca in Europa si è sfaldata – sostiene Fantacci -. Gran parte dei paesi europei, non solo la Grecia, non cred
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Mattarella, l'inclusivo. In bianco e nero. Intervista con Stefano Ceccanti e Andrea Pertici.
03/02/2015 Durata: 27minIl giuramento e l'insediamento al Quirinale del nuovo presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Con un discorso di 31 minuti, pronunciato alla Camera davanti al parlamento riunito in seduta comune, il nuovo presidente ha iniziato oggi il suo settennato. Mattarella, l'inclusivo. Potremmo definirlo così, sentito il suo discorso di oggi. Un presidente che ha l'obiettivo di tenere dentro tutti nel patto repubblicano: “un'unità nazionale che serve a ridare speranza al paese” per superare le “ferite sociali” provocate dalla crisi. Mattarella non remerà contro le modifiche costituzionali (le riforme di Renzi) in discussione in Parlamento: “desidero esprimere l'auspicio che questo percorso sia portato a compimento”. Il nuovo presidente della Repubblica si è definito “arbitro imparziale” e, come garante della Costituzione, ha spiegato cosa significa applicarla. “Significa – ha detto Mattarella – garantire il diritto allo studio, al lavoro, ripudiare la guerra e promuovere la pace, garantire il diritto al pluralis
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Mattarella al Quirinale. L'arbitro senza fischietto? Intervista con Nicola Fratoianni e Davide Zoggia.
02/02/2015 Durata: 26minSergio Mattarella è il dodicesimo Presidente della Repubblica. Domani si insedierà al Quirinale. Mattarella l'ha voluto Renzi, l'ha accettato la minoranza del Pd, l'ha votato anche Sel. A destra l'hanno subìto Alfano e Casini, mentre Berlusconi ne è rimasto travolto. L'arbitro, l'ex democristiano-popolare-ulivista-pd, rischia però di non avere il fischietto, almeno in questa prima fase del suo mandato. Mattarella ha ricevuto un'investitura diretta dal capo del governo Renzi, quasi personale. Troppo, per un presidente che sarà presto chiamato a dire la sua senza condizionamenti sui progetti di riforme costituzionali presentati dal governo Renzi e in discussione in Parlamento. Memos ne ha parlato oggi con Nicola Fratoianni, coordinatore e deputato di Sel, e con Davide Zoggia, deputato Pd, ex responsabile organizzativo del partito democratico durante la segreteria di Guglielmo Epifani.
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Memos, speciale Quirinale
29/01/2015 Durata: 26minLa puntata di oggi di Memos è una puntata speciale sull'elezione del Presidente della Repubblica. Oggi è il giorno delle prime votazioni per il Quirinale. In questa puntata: le ultime da Roma nel racconto degli inviati di Radio Popolare e un commento del costituzionalista, ex parlamentare del pd, Roberto Zaccaria.
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La svolta Tsipras alla prova dell'ossessione europea sul debito. Intervista con Marcello Messori.
28/01/2015 Durata: 28minIl governo greco guidato da Alexis Tsipras è da oggi nel pieno delle sue funzioni. «La rinegoziazione del debito greco con gli alleati è una nostra priorità. Siamo – ha detto Tsipras - per una soluzione percorribile, equa e a vantaggio di tutti». Una nuova gestione del debito, l'uscita dall'ossesione dell'austerità di questi anni, è la svolta politica che il nuovo governo greco chiede all'Europa. Ospite di Memos oggi è Marcello Messori, economista, con un’esperienza teorica e operativa nel campo dell’economia monetaria. Ha lavorato, una decina d'anni fa, alla Fondazione Di Vittorio. Da nove mesi è presidente delle Ferrovie dello Stato. Messori fa parte di un gruppo di lavoro che si è appena insediato a Palazzo Chigi, e presieduto dal sottosegretario Sandro Gozi, che si chiama “Gruppo di riflessione strategica sulle politiche e gli affari europei”. Il suo è un punto di vista destinato ad avere un'influenza sulle scelte del governo italiano. «Credo che la situazione greca – sostiene Messori - sia la cartina di
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27 gennaio, Giorno della Memoria. Le vittime, i carnefici. Intervista con Michele Battini e Simon Levis Sullman.
27/01/2015 Durata: 29minSettant'anni fa, il 27 gennaio, le truppe sovietiche entrano nel campo di sterminio di Auschwitz: è la fine della Shoah, lo sterminio nazista degli ebrei. Memos oggi ha ospitato Michele Battini, storico all'Università di Pisa, ex presidente tra il 2009 e il 2012 del Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici nell’Università di Pisa. Battini ha fatto parte del Comitato Scientifico dell’Istituto Nazionale per la Storia della Resistenza “Ferruccio Parri” di Milano. «Parlare di memoria condivisa della Shoah in Italia – dice - mi sembra un concetto problematico. Esistono invece tante memorie, stratificate, che si riferiscono ad aree sociali, geografiche, generazionali». L'altro ospite di Memos è Simon Levis Sullman, storico all'Università Ca' Foscari di Venezia. E' il tema delle responsabilità nella Shoah quello che Levis Sullman racconta, in particolare la responsabilità degli italiani. “I carnefici italiani. Scene dal genocidio degli ebrei” (Feltrinelli, 2015) è il titolo di un suo ultimo libro in cui smonta il
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Chi saprà ascoltare in Europa il nuovo governo Tsipras? Intervista con Piero Bevilacqua e Gian Enrico Rusconi.
26/01/2015 Durata: 25minQuali conseguenze avrà la storica vittoria di Syriza in Grecia? La svolta ad Atene - con il primo governo europeo contrario alle politiche di austerità e allo stesso tempo favorevole all'euro - come verrà accolta a Bruxelles e Berlino? Le forze politiche e i governi guidati da leader dell'area del cosiddetto socialismo europeo (vedi Hollande e Renzi) saranno politicamente sensibili al caso greco, alla sinistra di Syriza al governo? Sono alcuni degli interrogativi che Memos ha girato ai suoi ospiti di oggi: Piero Bevilacqua, ordinario di storia contemporanea all'università La Sapienza di Roma. Ha osservato gli eventi di questi ultimi anni della Grande Recessione, anche in Europa, come una manifestazione di una crisi strutturale del capitalismo (“Il grande saccheggio”, 2011, è il titolo di un suo recente libro edito da Il Mulino). L'altro ospite è Gian Enrico Rusconi, professore emerito di scienza della politica all'università di Torino. Studioso della società tedesca e della storia della Germania, in particol
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Aspettando Atene - 4. L'Italia, la sinistra e l'euro. Intervista con Gianfranco Pasquino e Roberto Pizzuti.
22/01/2015 Durata: 28minGli ospiti di oggi, a conclusione di questo ciclo di quattro trasmissioni dedicate all'euro e la sinistra, sono il politologo Gianfranco Pasquino e l'economista Roberto Pizzuti. «Il progetto dell'unione europea è una cosa buona, nata male ed eseguita anche peggio», dice Pizzuti. «Serve a tutti l'Europa, anche alla Germania. Nessuno ha un'alternativa migliore, sia dal punto di vista economico che politico». Lapidario, Pasquino: «L'euro è stata una conquista non sufficientemente accompagnata da tutte quelle altre riforme che erano necessarie ». ..(Sul tema vi segnalo un articolo di Roberto Pizzuti su Sbilanciamoci.info http://tinyurl.com/pizzuti-grecia).
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Aspettando Atene - 3. L'Italia, la sinistra e l'euro. Intervista con Patrizio Bianchi.
21/01/2015 Durata: 28min«Restiamo nell'euro, ma giochiamo una partita per capire dove l'euro, ma soprattutto l'Europa, non ha funzionato». Patrizio Bianchi, economista di scuola prodiana, ex rettore dell'università di Ferrara, si presenta così di fronte al dilemma dei pro e contro la moneta unica, un dilemma che attraversa anche la sinistra. «Credo che una sinistra, non so se riformista o altro, un movimento che ha la giustizia sociale come cardine del proprio pensiero debba ripartire dal volere un'Europa in cui la giustizia sociale sia al centro. E poi – prosegue il professor Bianchi - ci vuole un'Europa con un sistema di governo in cui tutti contiamo allo stesso modo: non ci può essere un “furbino” che mi viene a bacchettare sulle mani perchè ha studiato una parola in più». Secondo Patrizio Bianchi dalle elezioni greche può arrivare un messaggio forte per tutta l'Europa: «Mi auguro che la Grecia, calpestata dalla politica europea di questi anni, sia talmente forte da dire che dobbiamo riprendere a ragionare sul significato di Euro
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Aspettando Atene - 2. L'Italia, la sinistra e l'euro. Intervista con Salvatore Biasco e Emiliano Brancaccio.
20/01/2015 Durata: 29minGli ospiti di questa seconda puntata di Memos, dedicata alla sinistra e l'euro a pochi giorni dalle elezioni in Grecia, sono due economisti: Salvatore Biasco, dell'università La Sapienza di Roma, e Emiliano Brancaccio, dell'università del Sannio di Benevento. «L'euro ormai c'è, non ne possiamo uscire – dice Biasco - . L'uscita dalla moneta unica sarebbe catastrofica dal punto di vista analitico, indipendentemente dalle opzioni politiche che ciascuno può mettervi dentro. Occorre operare in modo che l'Unione europea esca dall'ossessione della politica dell'offerta di questi anni e apra spazi ad una politica della domanda». Diverso il quadro di riferimento di Brancaccio. «Proseguendo con le attuali politiche di austerità e precarizzazione del mercato del lavoro – dice l'economista - l'assetto dell'Eurozona risulta insostenibile. Se si va avanti di questo passo l'Eurozona è destinata all'implosione».
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Aspettando Atene - 1. L'Italia, la sinistra e l'euro. Intervista con Sergio Cesaratto.
19/01/2015 Durata: 26minLe elezioni in Grecia di domenica prossima saranno un referendum sulle politiche di austerità di questi ultimi anni in Europa. I sondaggi – a pochi giorni dal voto - danno ancora in vantaggio il partito di sinistra Syriza, di Alexis Tsipras, che di quelle politiche è da sempre un oppositore convinto. “Siamo come una cavia”, ha detto nei giorni scorsi Dimitris Liakos, uno dei consiglieri economici di Tsipras. Al di là dell'espressione poco felice, l'esperimento politico che potrebbe iniziare in Grecia è quello di un'alternativa di sinistra alle politiche di austerità, un'alternativa in in chiave “europeista”. Per quanto raccontato finora, Tsipras non vuole l'uscita della Grecia dall'euro. Syriza, il suo partito, è lontano dalla retorica anti-europea che, invece, viene brandita dalla destra: in Francia e Gran Bretagna da Le Pen e Farage, in Germania e in Italia da Pegida e Salvini. In Italia, contemporaneamente alla lunga campagna elettorale greca, si è aperto a sinistra un dibattito sull'euro che coinvolge pol
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«W la République 3». Intervista con Luciano Canfora e Massimo Cacciari.
15/01/2015 Durata: 40minLuciano Canfora è uno storico, un filologo. Insegna all'Università di Bari. E' stato uno degli ospiti di oggi a Memos, che torna sui fatti di Parigi della settimana scorsa. «Il concetto di scontro di civiltà – dice - lo trovo primitivo, rozzo, non ha alcun valore scientifico». Per Canfora sono altre e più profonde le radici di quanto accaduto a Parigi la settimana scorsa. «La sconfitta dell'ipotesi socialista nel mondo arabo, dovuta a vari fattori compresa la scelta delle grandi potenze occidentali di contrastare comunque il socialismo in tutte le sue forme, ha avuto come effetto inevitabile che grandi masse, per esempio del mondo islamico, riconoscessero la religione come àncora alternativa al modello occidentale. E' un gigantesco passo indietro rispetto al livello del XX secolo. Inoltre è strettamente connesso al fatto che, sconfitto il socialismo, per larghe masse l'alternativa è il fanatismo religioso. L'Occidente non può limitarsi a piangere, ma deve chiedersi quali sono le proprie responsabilità nel
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Napolitano, l'abdicazione del presidente. Intervista con Claudio Sardo.
14/01/2015 Durata: 27minAnnunciate da tempo, oggi sono arrivate le dimissioni di Napolitano. Il presidente della Repubblica lascia. “Ho il dovere di non sottovalutare i segni dell'affaticamento”, aveva detto nell'ultimo discorso di fine anno. Ospite di Memos oggi Claudio Sardo, giornalista politico, ex direttore dell'Unità. Con lui abbiamo ripercorso alcune tappe della lunga presidenza Napolitano.
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“W la République 2”. Intervista con Michela Marzano, filosofa e deputata del Pd.
13/01/2015 Durata: 26minMemos è dedicata anche oggi ai “fatti di Parigi” - un'espressione generica, ma che serve a tenere insieme la catena di eventi della settimana scorsa: la strage nella redazione di Charlie Hebdo, l'assalto al supermercato Cacher e la manifestazione dell'altro ieri a Parigi. Ospite di Memos è Michela Marzano. E' deputata del Pd, insegna filosofia morale alla Sorbona di Parigi. «Oggi sono in discussione – dice Marzano - i valori repubblicani di libertà, uguaglianza e fratellanza. Gli attentati sono in qualche modo il frutto della decostruzione di questi valori. Gli attentatori erano cittadini francesi, nati con quei valori che, forse, noi stessi anche come insegnanti siamo stati poco capaci di trasmettere. E' difficile parlare di fraternità, solidarietà, in un mondo che lascia per strada molte persone. E' difficile difendere, spiegare il significato della libertà quando le persone non hanno la libertà di portare avanti la propria esistenza». Marzano parla anche della crisi della laicità, del ruolo e delle respon
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«W la République». Intervista con lo storico Giovanni De Luna e l'economista Massimo D'Antoni.
12/01/2015 Durata: 43minCentinaia di migliaia di francesi in piazza a Parigi in una domenica di difesa delle libertà repubblicane, dopo le stragi di Charlie Hebdo e del supermercato Cacher. In testa al corteo, i leader d'Europa a braccetto insieme a Abu Mazen e Netanyahu. «Un evento che ci fa riflettere sull'identità profonda dell'Europa», ha raccontato a Memos lo storico Giovanni De Luna. «Mi ha colpito l'imponenza della manifestazione e la presenza dei 40 capi di stato. Ieri in piazza non c'era l'Europa dell'euro, della Bce, tutta appiattita su un pragmatismo economicistico e che non riesce a parlare alle emozioni della gente». Cosa teneva insieme i 40 capi di governo? «Credo una profonda sensazione di inadeguatezza», dice il professor De Luna. «Tutti loro esprimono un senso di inadeguatezza rispetto alle sfide che il post '900 ci sta ponendo. La dimensione identitaria o religiosa che assumono i conflitti in questo post '900 è un qualcosa che sfugge ai giochi tradizionali tra le grandi potenze. Certo – conclude De Luna - esisterà
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“Je suis Charlie”. Violenza e libertà, dogma e laicità. Intervista con il filosofo Salvatore Natoli.
08/01/2015 Durata: 25minVentiquattro ore fa la strage di Parigi, l'assalto alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo con le sue 12 vittime (il gotha della satira francese, giornalisti, ospiti, agenti di polizia). Nessuna rivendicazione scritta, finora. L'unica firma della strage sta, per ora, nelle grida dei terroristi armati inneggianti alla vendetta compiuta in nome del profeta Maometto. Memos oggi ha ospitato il filosofo Salvatore Natoli e a lui ha proposto alcuni temi di riflessione sull'attentato di ieri: la violenza che uccide le parole, simbolo di libertà; le parole che possono essere anche carnefici quando istigano all'odio; i dogmi imposti come verità contro la laicità della cultura e delle istituzioni; la religione brandita come un'arma e, infine, la richiesta di abiura “religiosa” fatta ai musulmani al posto di una condanna “civile” e “repubblicana”.
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La sinistra e il vento della storia. Intervista a Franco Cassano
07/01/2015 Durata: 27minL'intervista che ascolterete doveva essere trasmessa alle 13 del 7 gennaio ed è stata registrata intorno alle 10 dello stesso giorno...Ma quella mattina del 7.1 intorno alle 12 le notizie da Parigi sulla strage nella sede del settimanale satirico “Charlie Hebdo” hanno sconvolto il nostro palinsesto. Per lasciare spazio ad una doverosa diretta sulle notizie dalla capitale francese l'intervista a Cassano non è mai andata in onda sulle frequenze di Rp. Ve la propongo ora nel formato di un podcast. Qui di seguito il testo di presentazione. ..Franco Cassano è un sociologo all'Università di Bari. Conosciuto per il suo “pensiero meridiano”, un'espressione con la quale quasi vent'anni fa sintetizzò – in un libro – il suo tentativo di reinterpretare la questione meridionale su scala globale, Cassano oggi è anche deputato del Pd. A Memos dice la sua sulle ultime vicende della politica. La norma salva-Berlusconi: «è stata una manna – dice Cassano - per chi vuole creare problemi per l'elezione del prossimo presidente de