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“Je suis Charlie”. Violenza e libertà, dogma e laicità. Intervista con il filosofo Salvatore Natoli.

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Trama

Ventiquattro ore fa la strage di Parigi, l'assalto alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo con le sue 12 vittime (il gotha della satira francese, giornalisti, ospiti, agenti di polizia). Nessuna rivendicazione scritta, finora. L'unica firma della strage sta, per ora, nelle grida dei terroristi armati inneggianti alla vendetta compiuta in nome del profeta Maometto. Memos oggi ha ospitato il filosofo Salvatore Natoli e a lui ha proposto alcuni temi di riflessione sull'attentato di ieri: la violenza che uccide le parole, simbolo di libertà; le parole che possono essere anche carnefici quando istigano all'odio; i dogmi imposti come verità contro la laicità della cultura e delle istituzioni; la religione brandita come un'arma e, infine, la richiesta di abiura “religiosa” fatta ai musulmani al posto di una condanna “civile” e “repubblicana”.