Cominciamo Bene - Le Interviste

  • Autore: Vários
  • Narratore: Vários
  • Editore: Podcast
  • Durata: 114:52:24
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Trama

Le interviste della rassegna stampa di Radio Beckwith. Tutte le mattine alle 8.00 con Marco Magnano e Matteo De Fazio.

Episodi

  • Franco CFA e migrazioni: accuse semplici, problema complesso - Luca Iotti

    23/01/2019 Durata: 11min

    Negli ultimi giorni, dopo le dichiarazioni del vicepremier Luigi Di Maio, si è molto parlato del franco CFA e del ruolo della Francia in alcuni Paesi africani. Entrambi sono stati indicati dal capo politico del Movimento 5 Stelle come cause delle migrazioni verso l'Europa e, in particolare, verso l'Italia.Il franco CFA nasce dopo la presenza fisica francese come forza coloniale in diversi Stati dell'Africa occidentale, con lo scopo di garantire stabilità economica e monetaria: inizialmente indicizzato al franco francese, ora è legato all'Euro come tutela dall'inflazione. Se quindi, da un lato, questa moneta nasce con il preciso intento di portare maggiore stabilità, dall'altro, a livello statistico, le persone che si spostano verso l'Europa provengono principalmente da Paesi dove non è in uso il franco CFA.Le accuse di neocolonialismo in questo modo vengono a cadere, e paiono delle banalizzazioni di una problematica molto più articolata. Gli interessi delle multinazionali, ad esempio, uniti alle altalenanti p

  • «È stato il vento», come continua l'esperienza del modello Riace - Chiara Sasso

    21/01/2019 Durata: 08min

    Il tema delle migrazioni è da tempo centrale nel dibattito sociale e politico in Italia, ma forse oggi più che mai sono chiare due opposte posizioni. Da un lato c'è una logica da tifoseria che affronta questa delicata tematica con slogan e prove di forza, dall'altra c'è un tentativo di proporre, costruire, rilanciare.Nel 2018 si è assistito allo smantellamento del modello Riace, costruito in 20 anni di lavoro. Dalla Locride oggi arriva una fotografia desolante. Nel paese dove la convivenza ha sempre funzionato, anche quando i migranti erano in 300 a fronte di un numero di abitanti di circa 1800 persone, ora tutte le attività organizzate sono praticamente ferme. Eppure c'è chi lavora perché questo stop non sia definitivo. Si è infatti formato un comitato per la costituzione della Fondazione «È stato il vento», che si proporrà come motore (sostituendo in questo ruolo la Prefettura, che non eroga più fondi dal 2017) per le associazioni che operano sul territorio. In mancanza di Domenico Lucano si vuole tentare d

  • L'attacco di Nairobi e la penetrazione di Al-Shabaab in Kenya - Enrico Casale

    16/01/2019 Durata: 08min

    Intorno alle 15 del 15 gennaio è stato compiuto un attacco terroristico a Nairobi, in Kenya, immediatamente rivendicato dal gruppo terroristico somalo Al-Shabaab.Il luogo dell'attacco sembra essere particolarmente significativo: inizialmente i media hanno riportato solo il nome del lussuoso hotel DusidD2, ma l'azione terroristica ha colpito l'intero complesso in cui si trova l'albergo, che ospita anche uffici commerciali, banche e negozi. In questo grande centro commerciale è molto alta la presenza di turisti e stranieri, e ciò farebbe pensare che l'obiettivo di non fosse solo colpire il Kenya ma anche le potenze occidentali.Al-Shabaab è un gruppo terroristico molto radicato in Somalia, dove pratica un forte controllo ed è molto attivo sul territorio soprattutto nell'entroterra del Paese, ma ha sviluppato una grande capacità di proiezione negli stati confinanti. Alcune complicità che trova nelle periferie di Nairobi, nei campi profughi e nel nord (luoghi in cui sono presenti minoranze somale in condizioni di

  • L'assassinio del sindaco di Danzica - Fabio Turco

    15/01/2019 Durata: 06min

    Domenica 13 gennaio il sindaco di Danzica Pawel Adamowicz è stato accoltellato su un palco durante una manifestazione di beneficenza, ed è spirato nella giornata di lunedì. Adamowicz era primo cittadino dal 1998 e aveva visto riconfermarsi il ruolo nelle comunali di ottobre.Questo omicidio ha sollevato un ampio dibattito: c'è chi, come Agata Pyzik, parla di “primo omicidio di un politico motivato ideologicamente”, di fatto denotandolo come delitto politico.Secondo una diversa lettura si tratta invece della conseguenza di un clima politico che è andato inasprendosi negli ultimi anni, non solo in Polonia ma a livello internazionale.Le molte manifestazioni che sono state organizzate a partire da domenica sera dimostrano come la Polonia sia un Paese ancora in grado di stringersi e riunirsi per far sentire la propria voce.Ne parla Fabio Turco, di Centrum ReportAscolta l'intervista

  • Il blocco della Proactiva Open Arms - Riccardo Gatti

    15/01/2019 Durata: 06min

    Con un duro tweet del 13 gennaio il fondatore di Proactiva Open Arms Oscar Camps denuncia il blocco della nave dell'ONG nel porto di Barcellona, che le impedisce di fatto di praticare azioni di salvataggio in mare. Questa decisione arriva in un momento in cui la tensione intorno al tema delle migrazioni si fa sempre più forte, con l'implicazione di Paesi di entrambe le sponde del Mediterraneo come Italia e Libia, passando per Malta.In questo difficile contesto i rappresentanti di diverse ONG puntano alla collaborazione reciproca. Il dito che viene spesso puntato contro queste organizzazioni potrebbe portare ad un innalzamento del numero delle vittime in mare.Ne parla Riccardo Gatti, Capomissione Proactiva Open ArmsAscolta l'intervista

  • Per una stabilizzazione della Somalia - Marco Di Liddo

    11/01/2019 Durata: 09min

    Sebbene sia assente dalle agende dei media, la Somalia è al centro dell'attenzione della politica estera italiana. Ma non solo. Il Paese del Corno d'Africa è infatti un fulcro di interessi internazionali molto diversi tra loro.Uno di questi interessi è rappresentato dall'azione degli Stati Uniti: la loro forte presenza militare in funzione anti Al-Shabaab, già molto supportata da Barak Obama e ora dall'amministrazione Trump, non si riflette in realtà in una presenza politica e concreta. Un Paese come la Cina ha invece interessi più strutturati, e riversa capitali per radicarsi nell'area.Il governo somalo non ha il completo controllo sul territorio, e per l'affermazione della prospettiva multilaterale finora propugnata dalle Nazioni Unite (e seguita dall'Italia) si prevedono tempi lunghi. Finché persisteranno le condizioni che hanno portato all'affermazione del terrorismo e all'instabilità sarà sempre più difficile agire sulla società somala e arrivare ad un equilibrio.Ne parla Marco Di Liddo, responsabile del

  • Sea Watch e Sea Eye, dieci persone accolte da FCEI e Diaconia Valdese - Federica Brizi

    10/01/2019 Durata: 04min

    Nella notte del 9 gennaio si è conclusa dopo 19 giorni la permanenza in mare delle 49 persone a bordo delle navi delle ong Sea Watch e Sea Eye. Circa in 10 saranno accolti dalla Diaconia Valdese e dalla FCEI (Federazione delle chiese evangeliche in Italia), anche in virtù dei rapporti  con il Governo instaurati con programmi come i Corridoi Umanitari.L'accoglienza sarà tutta a carico della Diaconia Valdese e della FCEI, non è previsto un contributo da parte dello Stato.In ogni caso si tratta di soluzioni tampone, e si prevede una gestione di tipo emergenziale per questioni che non rappresentano, di fatto, delle emergenze. La revisione e l'applicazione dei programmi già esistenti, anche per far fronte a processi migratori che non possono essere previsti.Il primo intervento sarà rivolto alle persone, per far loro percepire sicurezza e per far sentire forti l'assistenza e l'accoglienza.Ne parla Federica Brizi, del Servizio Rifugiati e Migranti della FCEI

  • Sea Watch e Sea Eye, in 49 ancora in mare - Cesare Pitea

    08/01/2019 Durata: 12min

    Da più di due settimane 49 persone, tra cui uomini, donne e tre bambini molto piccoli, sono bloccate a bordo delle navi delle ong Sea Watch e Sea Eye senza ricevere l'autorizzazione allo sbarco da parte di un Paese europeo. L'Italia non fa eccezione, ed è stato anzi più volte ribadito dal Ministro degli Interni Matteo Salvini che "I porti italiani sono chiusi".Non esiste però, al momento, un atto formale di chiusura (atto che dovrebbe essere disposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), come hanno anche ribadito i dirigenti dei porti italiani. Le navi in questione non hanno fatto richiesta di attracco, ma si sono rivolte all'autorità di ricerca e soccorso italiana che ha declinato la responsabilità indicando la Libia come ente competente, dal momento che il salvataggio si è svolto nelle sue acque territoriali.La posizione del Governo italiano, come quella di molti Governi europei, pare però essere legata ad un'operazione di propaganda, in particolare per delegittimare le ong, in un braccio di

  • Elezioni difficili nella Repubblica Democratica del Congo - John Mpaliza

    28/12/2018 Durata: 12min

    Il 20 dicembre la commissione elettorale della Repubblica Democratica del Congo ha deciso di posticipare di una settimana le elezioni presidenziali al 30 dicembre. Eppure, sembra difficile che si arriverà effettivamente al voto.Le votazioni sono attese dal 19 dicembre del 2016, ma sono state continuamente rinviate. Il Governo ha spiegato i continui ritardi adducendo ad una serie di sabotaggi, che però secondo le opposizioni sarebbero stati organizzati dallo stesso esecutivo. In uno di questi sabotaggi è andato in fiamme un deposito in cui erano custodite alcune apparecchiature per il voto elettronico, che sono state tutte distrutte: in realtà la notizia che ci sarebbe stato un incendio era già trapelata nei giorni precedenti, e quindi, sempre secondo le opposizioni, era impossibile che il Governo non ne fosse a conoscenza.A ciò si aggiunge il fatto che il Paese si trova oggi in una situazione molto complessa: da 22 anni si trova ad essere occupato e in guerra, privo di infrastrutture e sufficienti accessi all

  • Oro nero, il caso OPL245 - Luca Manes

    20/12/2018 Durata: 11min

    Nel 2011 Eni e Shell acquisivano l'OPL245, uno dei giacimenti petroliferi più grandi al mondo: si stima infatti che possa garantire estrazioni di circa un milione di barili di greggio al giorno almeno per qualche decennio.Il tribunale di Milano ha ora reso note le motivazioni della condanna di due mediatori, nell'ambito del processo aperto il 5 marzo scorso: dal documento di 320 pagine emerge una forte responsabilità di Eni nel trasferimento di una gigantesca mazzetta da 1,1 miliardi. Eni non poteva non essere a conoscenza del fatto che dietro la società Malabu, che gestiva il giacimento al momento dell'acquisizione della concessione, ci fosse l'allora ministro del Petrolio Dan Etete, ma ha sempre negato questa evidenza.Nelle motivazioni della sentenza del tribunale di Milano si usano parole forti: non si tratta solo di connivenza, ma di adesione consapevole ad un progetto predatorio ai danni del governo nigeriano. Degli 1.3 miliardi di dollari spesi da Eni e Shell per la concessione, solo 200 milioni sono an

  • Uno stallo sul Regolamento di Dublino - Elly Schlein

    06/12/2018 Durata: 11min

    La Commissione europea ha sollecitato un consolidamento dei passi avanti fatti sulla riforma comune del diritto d'asilo prima del voto per le elezioni europee, facendo pressione per l'adozione di almeno cinque delle sette proposte del pacchetto di innovazione. Al momento il regolamento di Dublino ha portato ad uno stallo e il rischio è che anni di lavori vengano vanificati.Scorporare quella del Regolamento di Dublino dal resto delle riforme sul diritto d'asilo potrebbe rappresentare una resa ai nazionalismi. La Commissione europea non ha però difeso la sua posizione nel dialogo con il Consiglio d'Europa, e quando il Parlamento ha approvato la proposta di riforma non ha saputo creare un asse solido contro gli egoismi nazionali.A un anno dalla votazione nel Parlamento europeo pare che ancora nulla si muova in direzione dei mutamenti auspicati: in molti parlano di una necessità di apportare cambiamenti al Regolamento di Dublino, eppure, ad oggi, tutto pare bloccato. Eppure, a pochi mesi di distanza dalle elezion

  • Aiutare casa propria - Enrico Di Pasquale

    30/11/2018 Durata: 07min

    La nuova tassa sui money trasfer prevede l'introduzione di un prelievo del 1,5% su ogni trasferimento di denaro diretto all'esterno dell'Unione Europea. Non saranno tanto colpiti i grandi patrimoni, mentre, secondo uno studio della fondazione Leone Moressa, a risentirne maggiormente saranno le persone che inviano nei loro paesi d'origine fondi per il sostegno delle loro famiglie.Si tratterebbe quindi di migranti regolari, con regolari lavori in Italia, tanto che la stampa ha iniziato a chiamare la nuova imposta "tassa sugli immigrati". Il gettito per le casse dello Stato ammonterebbe circa a 60 milioni di euro, una cifra in realtà non elevata, ma che significa molto per coloro che mantengono le loro famiglie all'estero.Diverse organizzazioni internazionali sostengono la necessità di facilitare l'invio di aiuti a casa da parte dei migranti, e anche l'Italia si era impegnata per facilitare l'abbassamento delle rimesse sui money transfer: ciò potrebbe anche portare a un rallentamento dei flussi migratori, garant

  • Il vuoto dopo lo sgombero del centro Baobab - Vincenzo Pira

    14/11/2018 Durata: 10min

    Il 13 novembre a Roma è stato sgomberato il Baobab, la struttura per l'accoglienza e l'aiuto dei migranti nei pressi della stazione Tiburtina che ospitava più di cento persone. Le forze di polizia sono intervenute con l'impiego di ruspe e hanno smantellato il campo fatto di tende e strutture di cartone e legno. Le persone che vivevano al Baobab hanno dovuto quindi trascorrere la notte in strada, mentre alcuni già in serata hanno fatto ritorno all'insediamento distrutto non avendo altro posto dove andare.La gestione degli sgomberi ha sempre carattere emergenziale, temporanea, e non si pensa, ad esempio, ad un ricollocamento delle persone che si trovano senza più un'abitazione, per quanto precaria. L'emergenza abitativa a Roma non è però solo limitata ai migranti: sono infatti circa 8000 le persone senzatetto nella Capitale, e ancora si è lontani da una soluzione del problema che non sia temporanea.Il Ministro dell'Interno Salvini ha intanto promesso altri sgomberi, parlando di un problema di sicurezza. L'inizi

  • Una foto di famiglia da Palermo - Fulvio Vassallo Paleologo

    13/11/2018 Durata: 08min

    Il 12 novembre si è aperta la Conferenza di Palermo sulla Libia, ma è la seconda giornata di lavori quella su cui si concentrano le aspettative. Se da un lato pare allontanarsi una prospettiva di riconciliazione tra le parti libiche, ciò in cui ancora si spera è quantomeno una dichiarazione congiunta da parte delle parti in causa e una foto di famiglia con le quattro fazioni libiche riunite. Eppure, se anche si arrivasse a queste dimostrazioni (pur solo di facciata) di un rinnovamento dei rapporti, la Libia potrebbe rimanere profondamente spaccata. E non è detto che quello dei diritti umani,  uno dei temi più pressanti per il Paese nordafricano, venga toccato durante i lavori.L'agenda della Conferenza è profondamente condizionata da Khalifa Haftar, e si possono riconoscere rispecchiati gli interessi economici ed energetici di Paesi come la Russia o l'Egitto che si rapportano con la Libia controllata dal generale. L'Unione Europea nel frattempo è assente, sia dal confronto di Palermo che nella diplomazia. I di

  • Il linguaggio dell'odio non è mai banale - Milena Santerini

    12/11/2018 Durata: 08min

    Il 12 novembre si apre il convegno “L’INCITAMENTO ALL’ODIO NELL’EUROPA CONTEMPORANEA” presso il memoriale della Shoah di Milano. La giornata di studi e dibattiti è incentrata sull'analisi delle diverse forme di discorsi d'odio, gli "hate speech", letti dal loro punto di vista storico nell'ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali, ma non solo. La prospettiva sarà anche giuridica e sociopolitica, per garantire uno sguardo complessivo sul fenomeno.La riflessione vuole far luce su una questione in realtà molto attuale: il mondo sta assistendo ad una crescita di varie forme di odio, che viene veicolata e alimentata dai social network. Con il loro linguaggio semplice e apparentemente banale possono rappresentare infatti degli importanti strumenti attraverso cui è semplice l'insulto, facilitato ulteriormente dalla garanzia di anonimato, dalla rapidità e dalla potenziale viralità.Il legame tra il presente e il passato è riconoscibile nei meccanismi di odio, nella ricerca di un capo espiatorio

  • L'Iran si sente tradito - Nicola Pedde

    09/11/2018 Durata: 10min

    Il 4 novembre in molti sono scesi in piazza a Teheran per manifestare. Le nuove sanzioni statunitensi contro l'Iran, entrate in vigore il 5 novembre, sono state solo una delle cause scatenanti di queste proteste.La società iraniana si sente profondamente tradita dopo che il Paese ha rispettato alla lettera gli accordi internazionali: tradita innanzitutto dagli Stati Uniti, contro cui si domenica si sono levati molti slogan, ma anche dall'Europa, considerata debole perché non si sbilancia e non prende posizione. Il rapporto tra gli USA e l'Iran è in bilico, e il governo americano non ha chiare idee su come affrontare la questione. Forse Trump stesso è dubbioso su come procedere, ma la via dell'incertezza può portare a ulteriori difficoltà. Con ripercussioni internazionali.Ne parla Nicola Pedde, direttore dell'Institute of Global Studies

  • I suicidi nelle carceri italiane - Mauro Palma

    08/11/2018 Durata: 09min

    Nello scorso fine settimana si è raggiunto un nuovo picco di suicidi nelle carceri italiane. Sono 53 le detenute e i detenuti che hanno deciso di togliersi la vita dall'inizio del 2018, un numero che si rivela sicuramente fuori scala. Il fenomeno dei suicidi nelle strutture detentive è in mutamento, e si sta allargando specialmente a persone al primo arresto. Su questa categoria di detenuti in precedenza c'era più assistenza, soprattutto dal punto di vista psicologico, dal momento che l'esperienza del carcere rappresenta un evento comunque traumatico. Da qualche tempo questa attenzione sembra venire meno. Il rischio che deriva dalla cosiddetta "cultura della paura", che punta più verso l'emarginazione dei detenuti piuttosto che sul loro recupero e la loro reintegrazione, è di rendere più vulnerabili le persone nelle strutture detentive e di rendere le carceri dei ricettacoli di disperazione. E in queste condizioni la disperazione può condurre a gesti estremi.Ne parla Mauro Palma, garante nazionale dei diritti

  • Khalifa Haftar e la conferenza di Palermo - Arturo Varvelli

    02/11/2018 Durata: 07min

    Il generale Khalifa Haftar ha annunciato la sua partecipazione alla conferenza a Palermo, prevista per il 12 e 13 novembre, in cui si tratterà della situazione libica, modificando drasticamente la sua posizione in materia: se prima aveva adottato un comportamento ostile e contrario all'incontro, questa inversione di rotta risulta difficilmente spiegabile.I rapporti dell'"uomo forte della Cirenaica" con l'Italia sono di vecchia data, e sono stati rafforzati ulteriormente lo scorso anno con la sua visita e l'incontro con l'allora ministro dell'Interno Marco Minniti. È possibile che lo scopo di Haftar nell'adottare posizioni così diverse fosse di spingere l'Italia a riconoscerlo come detentore di un potere militare non solo nella Cirenaica ma su tutta la Libia, o addirittura di vedersi attribuito un potere pari a quello di Fayez al-Sarraj, il Primo ministro del Governo di Accordo Nazionale.Dalla conferenza si possono attendere buoni risultati, ma quasi sicuramente non si arriverà ad una soluzione per la situazio

  • Dimenticare Lampedusa - Marta Bernardini

    22/10/2018 Durata: 08min

    Negli ultimi tempi non si sente più parlare di Lampedusa, prima invece spesso al centro dei dibattiti sui flussi migratori dall'Africa verso l'Europa. Eppure l'isola non ha mai cessato questo suo ruolo. Ciò che è cambiato è la natura stessa degli arrivi di migranti.Da circa un anno a questa parte sono drasticamente diminuite le grandi imbarcazioni, mentre prevalgono le piccole barche soprattutto provenienti dalla Tunisia. Spostamenti di questo tipo possono essere effettuati da persone in autonomia, ma ciò non significa una cessazione degli spostamenti su scala più ampia. Dalla Libia infatti si documentano partenze su piccole barche in legno, per poi concentrare i migranti su navi più grandi in vista della traversata e infine utilizzare di nuovo piccole imbarcazioni per l'ultimo tratto del percorso: parrebbe quindi finito il periodo dei gommoni lasciati alla deriva che tanta risonanza ha avuto nelle discussioni degli scorsi anni. Ma ciò non significa affatto un miglioramento della situazione in Libia. In parti

  • Michela Sfondrini - Una risposta civica ai fatti di Lodi.

    18/10/2018 Durata: 10min

    I fatti di Lodi hanno fatto molto discutere: alcuni bambini di origine straniera sono stati esclusi dal servizio di mensa scolastica in seguito ad un regolamento comunale. Alle famiglie veniva infatti richiesta la presentazione, tra le altre cose, di un attestato dei loro paesi d’origine che garantisse che non possiedono beni, documento molto difficile da ottenere.La protesta inizialmente era partita dalle famiglie direttamente interessate, ma presto ha visto la partecipazione dei genitori dei compagni dei bambini esclusi, di singoli cittadini lodigiani e delle opposizioni nel Consiglio comunale cittadino. La ricerca di un aiuto per garantire i servizi si è concretizzata nella fondazione del Coordinamento Uguali doveri, basato su un'idea di scuola come momento fondamentale per l'inclusione, l'integrazione e la condivisione.L’obiettivo immediato del Coordinamento è stato di tamponare l’emergenza, per poter garantire i servizi (non solo di mensa, ma anche di autobus e di prima e dopo scuola) almeno fino alla fi

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