Musiche Dal Mondo

  • Autore: Vários
  • Narratore: Vários
  • Editore: Podcast
  • Durata: 137:59:42
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Informações:

Trama

Il podcast della trasmissione Musiche dal mondo di Radio Popolare

Episodi

  • Musiche dal mondo di venerdì 20/12/2019

    20/12/2019 Durata: 56min

    Musiche dal mondo è una trasmissione nel solco della lunga consuetudine di Radio Popolare con la world music – da prima che questa discussa espressione entrasse nell’uso internazionale – e in rapporto con World Music Charts Europe. WMCE è una iniziativa a cui Radio Popolare ha aderito e partecipa dall’inizio: una classifica europea realizzata attraverso il sondaggio mensile di animatori di programmi di world music su emittenti pubbliche, aderenti all’Ebu, appunto l’associazione delle emittenti pubbliche europee, ma con qualche eccezione come Radio Popolare, che è una radio privata di ispirazione comunitaria. Nel 1991 l’EBU sondò la Rai, per coinvolgerla in WMCE, ma la Rai snobbò la proposta. Però all’Ebu segnalarono che c’era una radio che sulle musiche del mondo aveva una certa tradizione e che probabilmente avrebbe risposto con interesse… L’Ebu si fece viva con noi, e Radio Popolare aderì entusiasticamente. Ormai quasi trent’anni dopo, WMCE continua e Radio Popolare continua a farne parte, assieme ad em

  • Oumar Konate: I Love You Inna, Kankou Kouyate; Kuma; Eneida Marta, Ibra

    13/12/2019 Durata: 53min

    Il Mali ha una grande tradizione di chitarre elettriche, e anche una grande passione per l’uso della chitarra elettrica in una direzione ibrida, fra background tradizionale maliano e rock-blues: al suo quinto album, Oumar Konate, che a Bamako, la capitale, si esibisce regolarmente nei locali, è uno dei giovani in questo filone della musica maliana. ..Kankou Kouyate è una giovane cantante che proviene da una famiglia di rinomata tradizione nel campo della musica: il suo album è nato dall’incontro a Bamako con il chitarrista e produttore scozzese Mark Mulholland...Eneida Marta è una cantante della Guinea Bissau: la sua musica è influenzata da grandi protagonisti della musica del suo paese e dell’Angola, altra ex colonia portoghese, ma risente anche del suo interesse per il jazz.

  • The Good Ones: Rwanda, you should be loved

    06/12/2019 Durata: 29min

    Rwanda, you should be loved è il terzo album del trio The Good Ones, costituitosi dopo il genocidio del ’94 - quando nel giro di tre mesi vennero uccise come minimo un milione di persone – da appartenenti alle tre etnie del Ruanda, tutsi, hutu e abatwa, proprio nella prospettiva di superare il trauma di quello che era avvenuto, che aveva toccato anche le famiglie di questi musicisti. A scoprirli, sulle colline di una remota regione rurale del Ruanda, è stato una decina di anni fa il produttore americano Ian Brennan, sposato con una italo-ruandese, la fotografa e filmaker Marilena Delli. I tre musicisti di The Good Ones continuano a vivere lì, dove tutt’ora non arriva né acqua corrente né elettricità, né l’influenza delle musiche urbane o straniere e occidentali. Le condizioni di vita modestissime dei musicisti si riflettono nella loro musica, la cui poesia non è alterata da alcune partecipazioni non invasive, curate da Brennan, di musicisti di fama internazionale, come Tunde Adebimpe (Tv on the radio), Nels C

  • Wuta Mayi: La face cachée

    29/11/2019 Durata: 28min

    Wuta Mayi, che ha festeggiato settant'anni in agosto, è un cantante congolese con un curriculum glorioso: nato a Kinshasa, nel '69 partecipò al Festival panafricano di Algeri nelle file della formazione che rappresentava il Congo-Zaire, Orchestra Bamboula; poi fu tra l'altro con uno dei grandissimi della musica congolese, Dr Nico, e nel '74 raggiunse il più grande di tutti, Franco, con cui rimase fino ai primi anni ottanta; nel nuovo millennio Wuta Mayi è stato il fulcro di Kekelé, fortunato gruppo di revival del soukous. Adesso, a coronamento della sua carriera, questo album personale, che ci dà il piacere di ritrovare l'eleganza, la souplesse, la seduzione della musica congozairese degli anni d'oro: musica congozairese come questa è oggi pochissimo presente nella circolazione internazionale della world music, e ci manca tanto.

  • Habib Koité: Kharifa

    22/11/2019 Durata: 29min

    Pubblicato dall'etichetta Contrejour, Kharifa è il nuovo album di Habib Koité, cantante e chitarrista, uno degli artisti maliani più conosciuti e apprezzati a livello internazionale. Diversi i riferimenti, espliciti o meno, alla difficile situazione attuale del Mali: una canzone racconta Bamako, dove aumenta costantemente la popolazione, il traffico, l'inquinamento, come conseguenza dei gravi problemi nel nord del paese, con tanti che vanno nella capitale alla ricerca di maggiore sicurezza; un'altra esalta l'identità multietnica del Mali, in un momento in cui l'instabilità, il conflitto, la presenza jihadista nel nord hanno come ripercussione anche violenti scontri interetnici. Tra gli ospiti dell'album Toumani Diabaté, l'ambasciatore della kora nel mondo, e Sekou Diabaté, il leggendario chitarrista guineano di Bembeya Jazz, storica, epocale formazione della musica moderna africana.

  • Aziza Brahim: Sahari

    15/11/2019 Durata: 25min

    Abbar el Hamada, album di Aziza Brahim pubblicato dalla Glitterbeat, è risultato il più votato nel consuntivo generale del 2016 di World Music Charts Europe, la classifica, a cui anche Radio Popolare contribuisce, e a cui Musiche dal mondo è collegata. Una cantante dunque di successo nel circuito della world music, ma anche una figura importante per l'identità e la cultura sahrawi: nata nel '76 in un campo di profughi sahrawi in Algeria, nelle sue canzoni parla di rifugiati, di muri, di oppressione, di esilio, e, dopo la prematura scomparsa nel 2015 di Mariem Hassan, cantante sahrawi di una generazione più anziana, Aziza Brahim è oggi l'artista sahrawi più nota a livello internazionale. Una canzone di Sahari - nuovo album di Aziza Brahim pubblicato sempre dalla Glitterbeat - ha un testo scritto appositamente da un grande poeta sahrawi, Zaim Alal, che vive in un campo di rifugiati, e parla dell'ingiustizia che patiscono i sahrawi, a cui è impedito tornare nella loro terra. "Ma non si tratta solo di noi - comme

  • Carmen Souza: The Silver Messengers

    08/11/2019 Durata: 26min

    Se una nuova generazione di cantanti di nascita o origine capoverdiane salita alla ribalta internazionale - si pensi a Lura o a Mayra Andrade - ha cercato di rinnovare rispetto alla tradizione incarnata da una Cesaria Evora aggiornando il repertorio e l'impostazione o andando in una direzione più spregiudicatamente pop, Carmen Souza, con il suo approccio e i suoi interessi che guardano al jazz, è un caso a parte. Horace Silver (1928-2014) è stato il più importante protagonista di origini capoverdiane della vicenda del jazz: scoprire che ancora prima che lei nascesse c'era un artista che già aveva costruito un ponte fra il Capo Verde e il jazz, è stato un momento fondamentale nella vita e nella carriera di Carmen Souza. Con The Silver Messengers (pubblicato dalla tedesca Galileo) Carmen dedica adesso a Silver un intero album, in cui rivisita una decina di brani del grande pianista: e per lei, cantare Song for My Father di Silver è anche un modo per rendere omaggio alla propria famiglia.

  • Sahra Halgan: Waa Dardaaran

    25/10/2019 Durata: 28min

    Halgan significa "la combattente": è un soprannome che la cantante, nata nella Somalia del nord, si è guadagnata negli anni ottanta. Nel 1960 la Somalia britannica ottiene l'indipendenza e si unisce al resto della Somalia: negli anni ottanta però la repressione del dittatore della Somalia Siad Barre suscita una rivolta indipendentista, e ne scaturisce un conflitto, con il bombardamento a tappeto di Hargheisa, il centro più importante della Somalia del nord, e città natale di Sahra Halgan. Artista molto amata, Sahra si improvvisa infermiera e canta al fronte per sostenere il morale dei combattenti. Nel '91 la Somalia del nord diventa l'autoproclamata Repubblica del Somaliland. Ma le lotte fratricide che caratterizzano la fine della guerra costringono Sahra Halgan all'esilio, e la cantante ottiene l'asilo politico in Francia, dove per vent'anni conosce il destino di tanti immigrati e le difficoltà la allontanano dalla musica. A cui torna nel 2010, realizzando tournée in Europa, Africa e Asia. Ora questo album p

  • Rachid Taha: Je suis africain

    18/10/2019 Durata: 30min

    A un anno dalla morte, che nel settembre 2018 ha portato via Rachid Taha qualche giorno prima del suo sessantesimo compleanno, in settembre è uscito l'album postumo Je suis africain (Naive). Non si pensi ad un assortimento di scampoli che erano avanzati: si tratta di un album a cui Taha aveva lavorato prima di morire, concependolo e scrivendo le canzoni assieme al musicista francese Toma Feterman; l'ossatura dell'album era stata registrata parte a casa di Taha, parte a casa di Feterman, che ha poi completato il lavoro. Nato a Orano come Khaled, a differenza dell'alfiere del rai Taha era arrivato in Francia ancora bambino, nel '68, e da adolescente si era innamorato del punk, senza però per questo dimenticarsi della sua cultura di provenienza. Poi negli anni ottanta Taha è stato l'anima di Carte de Séjour, gruppo che fece epoca nel periodo in cui oltralpe da una parte montava il Fronte Nazionale e dall'altra Sos Racisme portava alla ribalta i beur, i giovani immigrati di seconda generazione di origine maghrebi

  • Dona Onete: Rebujo

    11/10/2019 Durata: 29min

    A due anni dal suo primo album internazionale, Banzeiro, uscito nel 2017, Dona Onete torna con Rebujo, sempre per l'etichetta Mais Um Discos. Dona Onete è nata nel Parà, nel nord-est del Brasile, in un'isola nel delta del Rio delle Amazzoni: la madre era una indigena dell'Amazzonia, il padre discendente di schiavi africani. Una piccola carriera di cantante, inziata a quindici anni esibendosi nei bar di Belèm, si interruppe a ventidue perché il marito non approvava. Poi Dona Onete è stata insegnante, sindacalista, responsabile della cultura a livello regionale. Quindi all'inzio del secondo millennio il nuovo marito la incoraggia a cantare, e ad una festa un complesso locale le propone di diventare la cantante del gruppo. Così Dona Onete, nata nel '38, a settantadue anni pubblica il suo primo disco: da celebrità locale passa a personaggio di culto a livello nazionale - anche per via dei contenuti irrituali di alcune sue canzoni - poi appunto il primo disco internazionale. Uno dei generi di riferimento di Dona O

  • La mossa: a moss'!

    04/10/2019 Durata: 30min

    anche, ma fra molte altre cose, muovendosi liberamente fra tante tradizioni e tanti ambiti, privilegiando la musica popolare, dal Brasile alla Bulgaria, dalla Finlandia alla Francia, naturalmente, e appunto all'Italia, ma senza dimenticare gli standard. La mossa è nato nel 2015 nell'ambito di Arteteca, un gruppo vocale polifonico di venti donne diretto ad Avignone da Lilia Ruocco, una delle cinque cantanti: di origine napoletana, cantante e attrice, Lilia Ruocco ha studiato fra l'altro con Giovanna Marini a Roma.

  • Mariachi Los Camperos: De Ayer Para Siempre

    27/09/2019 Durata: 29min

    La storia della musica mariachi, che nel 2011 è stata proclamata dall'Unesco "patrimonio dell'umanità", è lunga e complessa. Nata dall'incontro fra musiche indigene e musiche e strumenti dei colonizzatori spagnoli, è stata una musica praticata nelle aree rurali, fino a quando l'inurbamento dalle campagne non l'ha portata nelle città. E' all'inizio del novecento che la musica mariachi assume un rilievo nazionale: arriva a Città del Messico, e poi dopo la rivoluzione messicana il governo, che punta alla creazione di una identità nazionale messicana, la promuove anche a livello internazionale a quello che la musica mariachi è poi effettivamente diventata, un emblema del Messico. La musica mariachi si è poi diffusa anche negli Stati Uniti, a partire dalla California. Il gruppo Los Camperos è nato a Los Angeles una sessantina di anni fa: ed è ancora oggi uno dei migliori complessi mariachi in attività, con una musica molto elegante ed equilibrata. Un loro album del 2008 ha vinto un Grammy, e il loro nuovo De Ayer

  • Music by asylum-seekers in Sicily: Today is Good!

    24/06/2019 Durata: 27min

    Musiche dal mondo è una trasmissione che parlando di musica parla di apertura verso altre culture, verso altri mondi e altre realtà, verso gli altri in generale, parla di conoscenza e disponibilità rispetto a quello che abbiamo intorno nel mondo, e di quanto altre culture e altre realtà possono arricchirci: visti anche i chiari di luna di questi giorni della Sea Watch, ci piace chiudere questa stagione di Musiche dal mondo con un album di "musica di richiedenti asilo in Sicilia". Nel 2016 due giovani che sono anche musicisti, Rachel Beckles Wilson e Francesco Iannuzzelli, si sono trasferiti da Londra in Sicilia orientale per contribuire come volontari a progetti educativi e di accoglienza per minori stranieri non accompagnati, e in generale per migranti: nell'estate del 2017 hanno visitato regolarmente Casa Freedom, centro per minori stranieri non accompagnati a Priolo Gargallo, tra Catania e Siracusa, dove hanno animato dei laboratori di musica. Dai ragazzi che hanno partecipato sono venute proposte di canzo

  • Altin Gun: Gece

    17/06/2019 Durata: 27min

    Un fenomeno che si è sviluppato con la world music è quello della nascita di gruppi che riprendono la musica di altre culture musicali. Naturalmente è da un secolo che in giro per il mondo si suona una musica arrivata dagli Stati Uniti come il jazz, e gruppi di blues o di reggae si trovano dappertutto: ci riferiamo invece a gruppi che si dedicano a culture musicali più specifiche. Per esempio il pop-rock turco: negli anni sessanta-settanta la Turchia ha sviluppato un grosso filone di musica giovanile che ha fatto tesoro della lezione del rock e della psichedelia in Europa e negli Stati Uniti, nutrendosi però anche intelligentemente di cultura musicale locale, ma mostrando anche una sensibilità tutta particolare nell'appropriazione degli elementi che prendeva dall'occidente, con esiti estremamente originali. Il bassista olandese Jasper Verhulst era già al corrente del pop-rock turco, ma poi un viaggio ad Istambul ha fatto il resto, e due anni fa ha dato vita in Olanda ad Altin Gun: solo due membri della formaz

  • Bantu Continua Uhuru Consciousness: The Healing

    10/06/2019 Durata: 26min

    Abbreviato in Bcuc, il nome del gruppo è lungo e in diverse lingue: Bantu Continua Uhuru Consciousness. Bantu nell'area linguistica appunto bantu significa "uomini"; continua (pronuncia: continùa) sta per "a luta continua", slogan del Frelimo durante la lotta per l'indipendenza del Mozambico; uhuru in swahili significa libertà; consciousness è un termine chiave nel pensiero afroamericano: ma ricordiamo anche il Black Consciousness Movement, l'organizzazione anti-apartheid nata in Sudafrica fra anni sessanta e settanta e guidata da Stephen Biko. Bcuc è nato da session di improvvisazione di testi e musica nel Thokoza Park di Soweto, la township nera di Johannesburg. Singolare, la musica è basata, oltre che su un basso elettrico, su percussioni e voci. Il nuovo album della formazione, pubblicato dalla francese Buda Musique, si intitola The Healing: i lunghi brani sono come sospesi tra la dimensione di un rituale, di una cerimonia, che ci riporta alla funzione della musica come forza che risana nell'Africa tradiz

  • Luedji Luna: Um corpo no mundo

    03/06/2019 Durata: 15min

    Monica Paes - ospite della trasmissione - ci aiuta a cogliere i significati dei testi ma anche il background delle scelte musicali di Um corpo no mundo, primo album, pubblicato a livello internazionale dalla Sterns, di Luedji Luna, giovane cantante brasiliana, che in questi ultimi anni si è affermata con alcuni brani che in Brasile sono diventati hit (come quello che dà il titolo all'album), e vincendo prestigiosi premi come il Caymmi per la musica nel 2017. Figlia di genitori afrobrasiliani, il padre di professione storico e la madre economista, entrambi attivisti nel movimento nero di Bahia, Luedji si è laureata in legge con l'obiettivo di usare i suoi studi per portare avanti il lavoro politico dei genitori. Ma all'università Luedji ha studiato anche musica, e alla fine il desiderio di continuare come cantante e artista ha prevalso. Ma il suo impegno si è solo trasferito su un altro piano, come mostrano testi che fanno riferimento al suo essere nel mondo come donna nera, alla diaspora africana, alla cultur

  • La Yegros: Suelta

    20/05/2019 Durata: 25min

    Qualche settimana dopo aver presentato Caminos di Nacion Ekeko, torniamo sulla combinazione del folclore latinooamericano con l'elettronica nei nuovi trend della musica da ballo, che ha avuto nella nueva cumbia uno dei fenomeni di maggiore successo a livello internazionale. Della nueva cumbia La Yegros è uno dei personaggi più rappresentativi. All'anagrafe Mariana Yegros, La Yegros è nata a Buenos Aires da una famiglia originaria di Misiones, una regione del nord dell'Argentina incastonata fra il Paraguay e il Brasile, dove si incontrano musiche di tutti e tre questi paesi, come quelle con cui La Yegros è cresciuta: il chamamé, il carnavalito e appunto la cumbia. Dopo esperienze musicali e teatrali, nel 2003 La Yegros ha dato vita ad un gruppo, De Martinas, che, tenendo conto anche della dancehall giamaicana, mescolava elettronica e folclore, idea all'epoca pionieristica e che poi ha preso piede in Argentina e più in generale in America latina. Nel 2013 La Yegros ha pubblicato il suo primo album a suo nome, V

  • Ekiti Sound: Abeg No Vex

    13/05/2019 Durata: 27min

    Leke AKA Chif è il nome d'arte di un giovane musicista che ha lavorato per un certo tempo come sound designer nella fiorente industria cinematografica di Nollywood, e che, facendo la spola tra Lagos e Londra, fa parte della nuova generazione nigeriana che lavora sulla musica elettronica e sulle nuove forme della musica da ballo. Non con il suo nome d'arte abituale, ma con Ekiti Sound (Ekiti è uno dei trentasei stati della Nigeria) come intestazione, esce adesso a livello internazionale con un album pubblicato dalla Crammed: un sound che si presenta come una fusione di hip hop, drum'n'bass, pulsazioni elettroniche, percussioni africane, canti della tradizione yoruba. La Crammed è un'etichetta belga che ha una gloriosa storia di attenzione alla musica africana: alla metà degli anni ottanta fece da battistrada alla scoperta della musica etiopica pubblicando Ere Mela Mela, disco di culto di Mahmoud Ahmed.

  • Blick Bassy: 1958

    06/05/2019 Durata: 26min

    L'Africa di oggi offre uno uno spettacolo assai diverso da quello della stagione delle indipendenze, con le sue grandi speranze sul futuro del continente: e non è un caso che i più consapevoli tra i giovani africani sentano in questi ultimi anni il bisogno di cercare ispirazione in alcune delle grandi figure che hanno guidato l'Africa verso un orizzonte di libertà, verso la fine del dominio coloniale. Una ricerca di punti di riferimento che si è spesso manifestata da diversi anni a questa parte anche nella musica. Blick Bassy, cantante camerunese che vive da vent'anni in Francia e che è immerso in pieno nel nostro tempo (un brano del suo album precedente è stato utilizzato dalla Apple per la campagna pubblicitaria dell'Iphone 6), intitola la sua nuova uscita 1958, in omaggio a Ruben Um Nyobé, la figura di punta della lotta per l'indipendenza del Camerun, che nel 1958 fu ucciso dall'esercito francese mentre alla macchia combatteva per la libertà del proprio paese. Nelle canzoni dell'album Bassy non è tenero ne

  • Tartit: Amankor

    29/04/2019 Durata: 27min

    Quello della musica touareg è uno dei fenomeni di maggiore successo nell'ambito della world music, e, emerso da un paio di decenni, uno dei più duraturi. Il nome più noto è quello dei Tinariwen, i decani della musica moderna touareg, ma sono parecchi i gruppi che si sono ritagliati una loro risonanza internazionale. Uno di questi è Tartit: Amankor, il titolo del loro nuovo album, in lingua tamashek, la lingua dei touareg, vuol dire "esilio", ed è proprio in esilio, nei campi per rifugiati in Mauritania, che nei primi anni novanta, all'epoca della rivolta touareg in Mali, è cominciata la storia di tartit, formato da touareg della regione di Tombouctou. Nel filone della musica touareg arrivata alla ribalta internazionale Tartit si distingue, rispetto all'indirizzo che per comodità possiamo definire blues-rock di cui i Tinariwen sono gli alfieri, per una fisionomia musicale più tradizionale. E per il suo protagonismo femminile: con diverse vocalist, guidate da Fadimata Walet Oumar. Un protagonismo che non deve s

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