Trama
Uno dei trattati presenti nei Dialoghi di Seneca, più precisamente quello che compone il decimo libro, fu scritto dal filosofo dopo l'esilio in Corsica e subito prima di iniziare, su incarico di Agrippina, il proprio lavoro come precettore del giovane Nerone, futuro imperatore. Saggio breve ma immediato, dall'attualità addirittura sorprendente, è rivolto a un certo Paolino affinché costui abbandoni le sue attività pubbliche per dedicarsi completamente allo studio della filosofia. Seneca porta qui alla nostra attenzione il concetto di tempo e la necessità di sfruttarlo nel migliore dei modi. Il concetto di brevità della vita è senz'altro rivoluzionario nella storia del pensiero occidentale: Seneca non sostiene che la vita sia breve, ma che breve sia il tempo che si vive davvero rispetto a quello che si spreca in attività futili, senza che neanche ce ne rendiamo conto. Per quanto all'epoca il tempo fosse anche meno visibile di quanto appaia oggi nella nostra vita fatta di scadenze e passaggi temporali molto ben scanditi, la sua amministrazione resta un'arte di difficile interpretazione: i motivi sono gli stessi qui indicati da uno dei più illustri pensatori latini. Potete prenderlo come un trattato filosofico, ma è a tutti gli effetti un manuale di gestione delle risorse umane: ciò che oggi potrebbe essere scritto da un mental coach a tutti gli effetti, voi potrete goderlo dalla penna di una tra le personalità più influenti della Roma imperiale. All'interno - come in tutti i volumi Fermento - gli "Indicatori" per consentire al lettore un agevole viaggio dentro il libro.