Trama
Una vita (1892), primo romanzo di Svevo, apre di fatto l’ideale trilogia proseguita con Senilità e conclusasi con La coscienza di Zeno. Alfonso Nitti (il protagonista) è infatti ‘parente’ stretto di Emilio Brentani e Zeno Cosini. Qui è però ancora presente un impianto verista e ottocentesco. In ogni caso sono già evidenti i tratti salienti della prosa e del pensiero propri di Svevo: la centralità data all’analisi psicologica dei personaggi, il tema dei ‘vinti’, l’incontro/scontro con la società contemporanea.
Italo Svevo, pseudonimo di Aron Hector Schmitz, nasce a Trieste il 19 dicembre 1861. Con romanzi come Una vita (1892), Senilità (1898) e La coscienza di Zeno (1923), acquista una fama che tuttora accompagna il suo nome. Partendo da posizioni veriste e naturaliste egli ha il merito di introdurre, influenzato dalle nascenti teorie relativistiche e freudiane, per primo in Italia il romanzo psicologico. Temi quali la malattia, la scrittura come mezzo di salvezza e l’inettitudine dell’uomo contemporaneo connotano la sua poetica e lo rendono un autore atipico nel panorama letterario italiano e perciò ancora oggi degno di attenzione e studio. Muore a Motta di Livenza il 13 settembre 1928.