Trama
1. Immergersi nei haiku di Tamara Nigi significa innanzitutto immergersi nel silenzio.
3. Scrivere a proposito di questi haiku è possibile solo scrivendo frasi lunghe un capoverso, capoversi lunghi una frase.
5. Hai presente quando senti il bisogno di stordirti con una droga: queste poesie ti danno maggiore consapevolezza invece.
7. Quando arrivi in fondo al verso non sai se ti aspetta un muro o un burrone o una semplice curva parabolica.
11. È necessario separare la scrittura di Tamara creando bacini di accoglienza, se no lei (la scrittura) travolge tutto.
13. Non vogliamo fare discorsi accademici, perciò il lettore ci scuserà se usiamo le parole di tutti i giorni (di nessun giorno).
17. Non vogliamo fare discorsi volgari sulle allitterazioni, le assonanze e altre nozioni imparate a scuola e ripetute, poi, per buona creanza.
19. A volte i haiku di Tamara t'inchiodano alla tua semplicità senza che tu possa opporre resistenza.
23. Le congiunzioni servono anche a separare, meglio non fidarsi delle convenzioni grammaticali.
29. La malattia è isolata sotto una guaina resistente, e risulta liberatorio toccare i fili senza prendere la scossa, anzi, scaricandola.
31. L'amore non è involgarito.
37. Tamara ha fatto la spesa, anzi no, ha visto qualcuno che faceva la spesa, anzi no, doveva fare la spesa ma poi ha scritto un haiku.
41. Quando la vibrazione non dura abbastanza a lungo, Tamara tocca di nuovo la corda.
43. L'erotismo in Tamara è celato sotto la carta di giornale.
47. Il commercio è l'anima della poesia di Tamara, commercio di sguardi, commercio di pesci, commercio di ripetizioni.
53. Ci regala senza chiederci in cambio nulla accesso a stanze che ha allestito apposta per noi.
61. Il fastidio di Tamara per strada lo tocchiamo con mano, non è volgare, è melanconico.
67. Il ricordo in Tamara non è espediente, è una goccia caduta per sbaglio che subito inietta di colore tutta l'immagine.
71. Ho interrotto in più e più punti il suo discorso perché avrebbe voluto presentarcelo con eccessivo spirito quotidiano, ma erano stanze.
73. Siamo stati richiamati all'ordine da onde sonore venute fuori da una scatola poco magica.
79. Ci rimettiamo al lavoro marciando come bravi soldatini con braccia e gambe irrigidite dal sonno e dal freddo.
buona lettura
Bruno Osimo