Trama
Uno dei testi più controversi e studiati di Baudelaire: 'I paradisi artificiali' è un saggio sugli effetti delle droghe, una dettagliata descrizione delle conseguenze derivate dall'assunzione di sostanze stupefacenti come l'oppio e l'hashish, o alcooliche come il vino. E' interessante che il poeta francese porti il piano narrativo a trasformarsi in una sorta di progressiva parabola discendente, esattamente come l'effetto psicotropo indotto dalle droghe. Inizialmente ci comunica che la droga tende a soddisfare il 'gusto dell'infinito' dell'essere umano, ma con lo scorrere delle pagine scopriamo che Baudelaire ne condanna senza appello l'assunzione. Perché, spiega, è inaccettabile che la vena creativa di un artista possa divenire arida senza l'aiuto delle sostanze stupefacenti. Sarebbe come imbrogliare, come ingannare sé stessi e i fruitori della propria arte. Un trattato suggestivo che si addentra nell'intricato e spesso fatale rapporto tra l'arte e le sostanze in grado, almeno all'apparenza, di 'espandere la mente'.