Trama
Gli Hedge Funds sono dei fondi d’investimento che, attraverso l’utilizzo di strategie piuttosto complesse come la leva finanziaria, l’apertura di posizioni long e short e l’investimento in titoli derivati sui mercati nazionali e internazionali, hanno come obiettivo quello di massimizzare il rendimento derivante dall’investimento. Convenzionalmente si fa risalire la nascita dei fondi hedge negli Stati Uniti d’America a opera di un gestore, Alfred Winslow Jones, che, nel lontano 1° gennaio 1949, costituì una società d’investimento con un capitale iniziale di 100.000 dollari, di cui 40.000 investiti personalmente, con la finalità di proteggere il capitale dal rischio di mercato. Generalmente la maggior parte di fondi comuni, sicav e fondi speculativi hanno come obiettivo quello di «replicare» l’indice di mercato di riferimento, a seconda della tipologia d’investimento effettuato; gli hedge fund, invece, hanno come obiettivo quello di generare un rendimento che non è in alcun modo correlato con alcun indice di riferimento, ma che sia comunque superiore a quello ottenibile in altri fondi che si limitano a replicare quell’indice. La filosofia degli Hedge Fund è quella di ottenere risultati di gestione positivi indipendentemente dall’andamento dei mercati finanziari in cui operano. Gli hedge si differenziano fondamentalmente per la ricerca di un maggior rendimento a parità di rischio o un rischio minore a parità di rendimento, proprietà precipua di una sana gestione, comunque in un’ottica di diversificazione del rischio e degli investimenti. Per ottenere un simile risultato, gli hedge fund utilizzano delle strategie d'investimento non convenzionali, come ad esempio: short selling, utilizzo dei derivati (opzioni e futures, hedging, leverage.
Esistono tre criteri attraverso i quali identificare un hedge fund:
• Il primo, di natura funzionale, è rappresentato dall’elevato ricorso alla leva finanziaria nelle strategie di investimento.
• Il secondo, il criterio ambientale, è rappresentato dall’assenza di regolamentazione e di vigilanza, grazie anche alla localizzazione in paradisi fiscali.
• Il terzo, il criterio sociale, è rappresentato dalla scelta di una forma di società tale da evitare di incappare nella normativa sulla sollecitazione del pubblico risparmio e che, quindi, consente un notevole grado di opacità.