Un Libro Tira L'altro

Il sogno riformista di Giacomo Matteotti, martire della democrazia

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Trama

Il dieci giugno di cento anni fa Giacomo Matteotti veniva rapito e poi ucciso dalla polizia fascista. Due mesi dopo, in un articolo non firmato pubblicato sulla rivista Stato operaio, Antonio Gramsci definiva Matteotti ‘pellegrino del nulla’. Dal canto suo Matteotti, pochi mesi prima di essere ucciso, diceva che ‘fascismo e comunismo si giustificano e si tengono a vicenda’, perché la violenza dell’uno giustifica la violenza dell’altro - ricorda Mirko Grasso, autore del libro “L’oppositore” (Carocci, 216  p., € 21,00). Matteotti aveva capito che solo lo spirito riformista avrebbe potuto garantire ai meno abbienti maggiori diritti e maggiore protezione, ma non è riuscito a realizzare la sua idea di creare una grande alleanza di sinistra che potesse contrastare il nascente regime - continua Grasso. Proprietario terriero, giurista, antimilitarista, sindacalista, amministratore locale, deputato riformista, polemista, antifascista, marito