Trama
Il podcast della trasmissione Musiche dal mondo di Radio Popolare
Episodi
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Dobet Gnahoré: Miziki
14/05/2018 Durata: 27minPer Radio Popolare Dobet Gnahoré è una conoscenza di vecchia data: non ancora ventenne, nel 2001 partecipò, esibendosi in un paio di brani fuoriprogramma, ad una edizione di Extrafesta il cui protagonista era il padre, il percussionsta della Costa d'Avorio Boni Gnahoré. Nel frattempo Dobet Gnahoré si è affermata come una delle protagoniste della musica dell'Africa nera più note e apprezzate a livello internazionale, assieme ad artiste come Angelique Kidjo, Roka Traoré e Oumou Sangaré. Dobet Gnahoré è adesso al suo quinto album: il fascino della sua vocalità, di forte temperamento, caratterizzata dal timbro scuro e da un grande contegno, si sposa benissimo anche con la novità di una confezione anche con elettronica e campionamenti, che conferisce alla musica un tocco in più di vitale attualità.
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Houria Aichi: Chants Mystiques d'Algerie
07/05/2018 Durata: 26minLa fama della cantante algerina Houria Aichi è legata innanzitutto alla sua interpretazione, consegnata ad un album del '90, di canti dell'Aurès, regione montuosa dell'est dell'Algeria abitata da una popolazione berbera, regione di cui Houria Aichi è originaria. All'inizio del nuovo millennio, con l'album Khalwa, Houria Aichi ha poi proposto un florlegio di canti sacri dell'Algeria, valorizzando le forme e la spontaneità della religiosità popolare contro la rigidità dell'impostazione religiosa islamista. Ora, con interpretazioni di grande temperamento, e arricchendolo d nuovi brani, Houria Aichi torna sul repertorio sacro: non in senso stretto canti religiosi perché non citano versi del Corano, canti di tradizione popolare, che Houria Aichi vuole sottrarre alla dimenticanza di cui rischiano di rimanere vittime per effetto da un lato della pressione islamista, e dall'altro all'opposto per effetto della crescente perdita della dimensone religiosa nella società.
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Hugh Masekela: Masekela '66-'76 (3)
30/04/2018 Durata: 27minAll'inizio degli anni settanta Masekela sente il bisogno di riallacciare il rapporto con l'Africa: nel '73, dopo tredici anni negli Stati Uniti, il trombettista è in Guinea, Zaire, Liberia, Ghana e Nigeria. A Lagos è per un mese alla corte di Fela Kuti. Fela poi lo mette in contatto con un gruppo del Ghana, gli Hedzoleh Soundz, con cui Masekela incide l'album Masekela introducing Hedzoleh Soundz, precoce esempio di incontro musicale panafricano. Nell'album successivo, I Am Not Afraid, inciso nel '74, oltre ai musicisti del Ghana Masekela ha accanto due colonne del gruppo jazz-funk Crusaders, in un eccellente amalgama di musica africana e americana: per Masekela e il produttore Stewart Levine l'album è il più notevole risultato conseguito con la loro collaborazione; fra i brani Stimela, che diventerà uno dei grandi cavalli di battaglia di Masekela. Nel '75-76, con una nuova band con alcuni dei musicisti di Hedzoleh, e altri musicisti del Ghana e della Nigeria, Masekela incide The Boy's Doin' It e Colonial Man,
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Hugh Masekela: Masekela ’66 -’76 (2)
16/04/2018 Durata: 26minNel '68 Masekela realizza The Promise of a Future, il suo terzo album con Stewart Levine: un brano, Grazing in the Grass, ottiene un clamoroso successo, e proietta il trombettista sudafricano ai vertici della classifica Usa dei singoli pop, dove il 4 luglio l'hit di Masekela prevale nientemeno che su Jumpin' Jack Flash degli Stones. Ma per un artista e un uomo come Masekela, che l'esperienza dell'apartheid ha reso politicamente avvertito e ipersensibile alla questione della discriminazione razziale, gli avvenimenti del periodo (omicidi di Martin Luther King e di Bob Kennedy, riot di Chicago) oscurano la gioia per questo sviluppo della sua carriera: invece di andare all'incasso del successo che sta ottenendo con Grazing in the Grass, il trombettista prosegue con un album molto politico, intitolato semplicemente Masekela, che la distribuzione fa passare inosservato.
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Hugh Masekela: Masekela '66 -'76 (1)
09/04/2018 Durata: 25minTre puntate di Musiche dal mondo dedicate ad una antologia in tre Cd (Wrasse Records) che ripercorre gli anni del successo americano di Masekela e della sua fortunata collaborazione con il produttore e amico Stewart Levine. La selezione è stata curata dallo stesso Masekela, poco prima della morte nel gennaio scorso, e da Levine. In questa puntata brani da The Emancipation of Hugh Masekela, da Hugh Masekela Is Alive and Well at the Whisky, e da The Promise of a Future.
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Un ricordo di Rim Banna
26/03/2018 Durata: 23minMancata prematuramente, a 51 anni, il 24 marzo, nella sua città natale, Nazareth, Rim Banna è stata una cantante di notevole successo anche a livello internazionale, ma soprattutto è stata una figura molto amata dai palestinesi per la sua voce elegante e di grande temperamento, l'intensità del suo canto in arabo, e la sua coerenza di artista impegnata per la causa del suo popolo. La ricordiamo con il suo album del 2013 Revelation of Ecstasy & Rebellion, in cui aveva messo in musica versi di poeti araboandalusi, persiani, irakeni, palestinesi e tunisini di epoche diverse, dal medioevo fino alle lotte per la libertà della Palestina e nel mondo arabo dei nostri giorni.
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Sonido Gallo Negro: Mambo Cosmico
19/03/2018 Durata: 24minSonido Gallo Negro è un gruppo di Città del Messico arrivato alla ribalta internazionale qualche anno fa con l'album Sendero Mistico, pubblicato, come il nuovo Mambo Cosmico, dalla Glitterbeat. La formazione è partita dalla rivisitazione di vari filoni della cumbia, la musica colombiana per eccellenza, con l'idea di enfatizzare in una affascinante chiave contemporanea e avantgarde e con un suono vintage la forte componente psichedelica che era già presente in molta produzione di cumbia degli anni sessanta-settanta. Una rivisitazione che Sonido Gallo Negro ha poi allargato anche ad altri generi, come il danzon, il porro, il cha cha cha e appunto il mambo.
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Yiddish Glory. The Lost Songs of World War II
12/03/2018 Durata: 23minNel corso della seconda guerra mondiale un gruppo di ricercatori ebrei dell'Unione Sovetica raccolse testimonianze della cultura ebraica in quel drammatico frangente, mettendo insieme un centinaio di nuove canzoni in yiddish - la lingua degli ebrei dell'Europa orientale - scritte da soldati ebrei dell'Armata Rossa, da vittime e sopravvissuti delle regioni del paese occupate dai nazisti, da rifugiati che erano stati spostati negli Urali e in Siberia. Dopo la guerra i ricercatori furono arrestati nelle purghe di Stalin, e il materale fu dato per perso. E' stato invece ritrovato negli anni novanta in Ucraina: ora un florilegio di quelle canzoni viene offerto da uno splendido album pubblicato dalla Six Degrees.
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Lucibela: Laço Umbilical
19/02/2018 Durata: 28minSe vi manca Cesaria Evora, ascoltate Laço Umbilical: fra le cantanti capoverdiane delle ultime generazioni - Lura, Mayra Andrade, Elida Almeida... - che in generale nello stile e nel repertorio hanno cercato di distanziarsi dal grande ma anche ingombrante modello, Lucibela è quella che appare più vicina a Cesaria, pur distinguendosene nella voce e nell'espressione. Elegante e credibile in una musica di impronta neotradizionale, Lucibela interpreta brani di morna e coladera firmati da autori che vanno da Manuel de Novas, uno dei maggiori compositori capoverdiani del novecento, alla stessa Elida Almeida.
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Djeneba e Fousco: Kayeba Khasso
12/02/2018 Durata: 26minUna volta i griot dovevano la loro fama al loro ruolo di cantori della storia e della gloria delle famiglie nobili al cui servizio prestavano la loro arte; oggi le cose sono un po' cambiate e succede che vengano consacrati magari da un talent show televisivo: è quello che è successo a Djeneba Kouyaté, che si è affermata vincendo la prima stagione di Tounkagouna, talent show del Mali. Il chiarrista e cantante Fousseyni Sissoko, noto come Fousco, ha poi vinto la seconda edizione del talent. Dopo questi successi, Djeneba e Fousco hanno cominciato a fare coppia, prima nell'arte e poi anche nella vita.
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Katja Sulc: Kamlisajlan
05/02/2018 Durata: 27minAssieme con il polistrumentista messicano Alban Usatch, la cantante slovena Katja Sulc (pronuncia come Schultz in tedesco) ha messo in musica versi in lingua romanì di poeti gitani di diversi paesi dei Balcani e dell'Europa dell'Est. Uno dei pregi dell'album è che si stacca dai cliché, dall'immagine stereotipata, che circondano la musica rom dei Balcani, e evita l'enfasi che si trova spesso nella musica che ripropone questa tradizione: cercando invece delle atmosfere più sottili, più contemporanee, più indefinite, che non schiaccino ma anzi lascino respirare ed esaltino la poesia e la lingua romanì.
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John Duhan: The Irishman's Finest Collection
29/01/2018 Durata: 25minNato nel '50 a Limerick, in Irlanda, Duhan, che ha curato personalmente l'antologia che gli dedica l'etichetta Arc, è l'autore di The Voyage, una meditazione sul matrimonio, l'amore coniugale e la famiglia, che è un raro caso di brano relativamente recente di provenienza folk - e non pop o rock - impostosi a livello internazionale con una diffusione che da trent'anni a questa parte non cessa di crescere (adattato in molte lingue, eseguito ai matrimoni in parti del globo lontanissime geograficamente e culturalmente dall'Irlanda...). "La vita è un oceano, l'amore è una barca, che ci tiene a galla in mezzo ad acque agitate": i versi chiave sono molto semplici, e forse è proprio per questo che così tanti nel mondo, nelle più diverse circostanze della vita, si sono identificati in The Voyage.
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Emel: Ensen
22/01/2018 Durata: 28minPer brani come l'emblematica Ya Tounes ya meskina, ovvero "Povera Tunisia", le canzoni della tunisina Emel furono bandite dalla radio e televisione del suo paese, ma continuarono a circolare attraverso la rete. Poi la sua canzone Kelmti Horra ("la mia parola è libera") diventò uno degli inni della primavera araba. Influenzata tanto da Joan Baez che da Bjork, Emel (che il 16 febbraio sarà all'Auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare) ha pubblicato Ensen, un nuovo album che sta tra musica araba e un asciutto gusto elettronico: un lavoro che testimonia dell'originalità del suo percorso, ma che è anche indicativo più in generale del rimescolamento di carte in corso nella sensibilità estetica delle ultime generazioni di musicisti del mondo arabo.
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Rocqawali: Sufi Spirit
15/01/2018 Durata: 29minRocqawali, ovvero rock + qawali, la musica devozionale pakistana che era stata resa popolare a livello internazionale da Nusrat Fateh Ali Khan. L'idea è del batterista danese Stephan Grabowski: il qawali, con il suo carattere spiccatamente estatico, con il suo slancio e l'incisività un po' ipnotica della sua fisionomia ritmica, si sposa con le chitarre elettriche, che sembrano entrare anche loro in uno stato di esaltazione mistica.
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Tootard: Laissez Passer
08/01/2018 Durata: 29minPubblicato dalla Glitterbeat, Laissez Passer è il primo album internazionale di un trio che si è formato sulle Alture del Golan, e una delle prime testimonianze musicali ad arrivare da quest'area del Medio Oriente, un territorio rivendicato dalla Siria, a cui legalmente appartiene, ma di fatto amministrato da Israele, che l'ha occupato nel '67 e che nell'81 lo ha annesso, con una decisione non riconosciuta dall'Onu. Come tutti gli abitanti delle Alture del Golan, i Tootard non hanno nessuna nazionalità e non hanno passaporto, ma per viaggiare solo un lasciapassare: i Tootard hanno però rovesciato questa difficile condizione di senza stato e senza bandiera in una idea musicale, nel prescindere dai confini musicali, e hanno fatto tesoro in particolare dell'esempio del rock-blues di un popolo che non ha un'identità formalmente definita, i touareg.
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Trio da Kali/Kronos Quartet: Ladilikan
04/12/2017 Durata: 27minL'album più votato dell'anno di World Music Charts Europe - la classifica realizzata mensilmente attraverso un sondaggio degli animatori di programmi di world music su emittenti per lo più pubbliche europee, fra cui Radio Popolare - è Ladlikan, realizzato insieme dai musicisti maliani del Trio da Kali, e dal Kronos Quartet, celebre quartetto d'archi di San Francisco. Nel disco brani dal repertorio maliano antico o recente ma anche due adattamenti di gospel di Mahalia Jackson.
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Dona Onete: Banzeiro
27/11/2017 Durata: 24minDona Onete è certamente uno dei personaggi della world music di questo 2017. In luglio la rivista di riferimento in questo campo, il mensile Songlines, le ha dedicato la copertina, e nel corso dell'estate la cantante brasiliana ha partecipato ad importanti festival in Europa: un bel risultato per una signora di settantotto anni che a livello internazionale era prima di quest'anno una illustre sconosciuta. il suo album Banzeiro (Mais um discos) prende il titolo dalla parola con cui viene chiamato il movimento ondoso creato dal passaggio delle barche a motore sul Rio delle Amazzoni, o per lo meno la parola che si usa dalle parti dove Dona Onete vive, nella regione del Parà.
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Pop Makossa
20/11/2017 Durata: 27minEtichetta specializzata nello scandagliare il modernariato della musica africana, la tedesca Analog Africa richiama l'attenzione su un genere non abbastanza ricordato, il makossa camerunese, con una compilation, Pop Makossa. The Invasive Dance Beat of Camerun 1976-1984, che raccoglie brani rintracciati e selezionati attraverso una laboriosa ricerca direttamente in Camerun. Il makossa, che dagli anni cinquanta ad oggi ha avuto un'evoluzione molto complessa, con una grande ricchezza di sottogeneri, ha conosciuto il suo grande momento negli anni ottanta, tanto in Africa, con una forte esposizione sulle radio del continente, quanto in Europa, come uno degli ingredienti più amati della programmazione delle discoteche black parigine.
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Criolo: Espiral de ilusao
13/11/2017 Durata: 28minPer Monica Paes - ospite della trasmissione - Criolo è un "poeta politico". Tra le figure di punta della musica brasiliana di oggi, Criolo è emerso come protagonista dell'hip hop, ma è un artista che ha già dato prova di grande versatilità, e consacra il suo nuovo album, Espiral de ilusao (Sterns Brasil), alla musica brasiliana per eccellenza, il samba: con grande tatto, e senza rinunciare ai riferimenti al sociale, alla vita delle favelas, e anche ai politici, come il prefetto di Sao Paulo e il presidente della repubblica Temer, ai quali lancia un giudizio lapidario: "dei bambini viziati non possono guidare una nazione".
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Carmen Souza: Creology
06/11/2017 Durata: 27minDi origine capoverdiana, nata nell'81, Carmen Souza è però una cantante con uno stile e un repertoro diversi anche rispetto alle interpreti della nuova generazione capoverdiana che, come Lura o Mayra Andrade, hanno cercato di rinnovare repertorio e impostazione rispetto alla tradizione: l'approccio di Carmen Souza è infatti spiccatamente jazzistico, e, come mostra il suo ultimo album Creology (Galileo), Carmen Souza lo utilizza con molto appeal per una poetica che, all'insegna del meticcciato - da cui il titolo dell'album - mescola il jazz con suggestioni provenienti dalle musiche delle ex colonie portoghesi in Africa, dalla musica afrobrasiliana e da quella afrocubana.