Trama
Il Galateo, pubblicato postumo nel 1558, è riconosciuto come il testo più famoso di Giovanni Della Casa. Fu composto su commissione del vescovo Galeazzo Florimonte, da cui l’opera prese il nome, e si presenta come un compendio didascalico, reso sotto forma di dialogo, grazie al quale un anziano esperto di buone maniere ma illetterato istruisce, con i suoi consigli e precetti, un giovinetto. È noto come dietro il protagonista di questo piccolo trattato si celi lo stesso autore, mentre nel giovane sia riconoscibile Annibale, il suo nipote prediletto. La prosa mira a ricreare gli effetti della lingua parlata ma risente anche di un elevato equilibrio stilistico. Caratteristica peculiare è comunque una ricercatezza e uno stile finemente segnato da un’arguta bonarietà che mischia con eleganza toni tra il serio e il faceto. La lettura, grazie a questi aspetti, risulta essere tuttora molto gradevole.
Giovanni Della Casa, conosciuto come monsignor Della Casa, nasce a Borgo San Lorenzo nel 1503. Trascorre un periodo di formazione tra Firenze, Bologna e Padova per poi decidere, nel 1532, di trasferirsi a Roma e intraprendere la carriera ecclesiastica su consiglio del suo protettore Alessandro Farnese. Diventa arcivescovo di Benevento, nunzio apostolico a Venezia e infine, di nuovo a Roma, segretario di stato vaticano sotto papa Paolo IV. Ben noto come letterato e scrittore, di lui si ricorda soprattutto il trattato Galateo overo de’ costumi, ma più importanti sono forse i Carminum Liber, raccolta di componimenti in latino, e le sue rime e liriche dove si riscontra un uso innovativo del linguaggio, del verso e dell’enjambement. Muore a Roma nel 1556.