Trama
Nato nel 1917, David Loeb Goodis esordisce, a soli 22 anni, con Retreat From Oblivion (lett. "Ritorno dall’oblio", inedito in Italia, 1939) che "su uno sfondo di sbandamenti alcolici e guerra civile spagnola suona come un omaggio tardivo, commovente e imperfetto alla Generazione Perduta di Ernest Hemingway e Dorothy Parker". Aspirando al successo, Goodis inizia a scrivere freneticamente, su riviste pulp e su giornali, dopo essersi diplomato in una scuola di giornalismo. La svolta avviene nel ’46: il suo secondo lavoro, Dark Passage (Il volto perduto), piace alla Warner che decide di trarne un film omonimo (in italiano La fuga), diretto da Delmer Daves e interpretato dalla coppia noir Bogart - Bacall, con la sceneggiatura (anche) dello stesso Goodis. L’opera esce un anno dopo e si conquista il rispetto di critica e pubblico con almeno due trovate niente male, che ne fanno un classico del film noir: la lunghissima soggettiva iniziale, funzionale alla trama (il protagonista Vincent Parry/Humphrey Bogart è un gangster evaso di prigione, che tenta di rifarsi un volto ed una vita sottoponendosi ad una pratica di chirurgia estetica), e la caparbietà con cui la giovane Irene Jansen/Laureen Bacall ama ed aiuta il galeotto fuggito dal carcere, rischiando la sua stessa esistenza ("Quando qualche cosa mi entusiasma, io mi batto fino all’ultimo).