Trama
È questo il mio primo libro.
Ho iniziato a scriverlo, per passatempo, alcuni anni fa.
L’ho salvato nel mio pc e me ne ero quasi dimenticato.
Poi, qualche mese fa, mentre mi accingevo a scrivere un’altra storia, l’ho riletto e ci ho rimesso un po’ le mani.
Ed ora eccomi qua.
È una storia completamente inventata ma di attualità.
Luigi Magni è un uomo di mezza età in piena crisi di identità.
Si trova, alla sua età, improvvisamente senza un lavoro.
Entra in crisi il suo rapporto con la moglie, con i figli.
In un viaggio in treno immaginario, Luigi ripercorre molte tappe, che lui crede importanti, della sua vita.
Tappe belle, brutte, gioiose e tristi.
Ricordi belli ed altri meno belli.
Rivede la sua gioventù, i suoi sogni di ragazzo: alcuni sono svaniti, altri sono realizzati.
Ripercorre i suoi ideali. Ma ora non li trova più.
Si fa domande. Ma non sempre trova le risposte.
E, quando le trova, non sempre gli vanno a genio.
Si fa autocritica, quando gli riesce.
Luigi ha sempre avuto dei punti fermi, nella sua vita.
Ma ora, con il passare degli anni e le vicissitudini vissute, è un uomo quasi in balia del suo passato.
Dei suoi ricordi. Delle sue insicurezze.
Luigi rivede, durante il suo viaggio in treno, un suo caro amico di gioventù, Giorgio, una pasta di ragazzo.
Lo ha perso di vista tanti anni prima. Da bravissimo ragazzo Giorgio è diventato, col crescere, un pericoloso terrorista.
Incontra sul treno svariati tipi di viaggiatori. Donne snob, commissari di polizia, controllori, pendolari.
Ognuno con la sua piccola grande storia.
Luigi fa amicizia, come suo solito. Ma comunque mette dei paletti.
Il viaggiatore che lo colpisce di più è un’immigrata rumena, Marika, che in poco tempo, grazie alla sua dolcezza ed intuizione, riesce a capire il tormento che attraversa Luigi e lo fa riflettere.
Lo aiuta a capire che c’è comunque chi l’aspetta. C’è chi aspetta una sua telefonata.
È la donna che lui ama.
L’incontro-scontro fisico finale che Luigi ha con Francesco è quasi drammatica.
Forse non è altro che la dimostrazione, credo, che anche in ognuno di noi, anche nella persona più pacifica e più buona del mondo, può, in certi momenti, nascondersi l’aspetto che non si crede di possedere.
Quello più cattivo ed inumano.
© Copyright 2016 Pier Magini