Jaguar

  • Autore: Connie Furnari
  • Editore: Publisher s23907
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Trama

Jaguar

Genere: Crime Romance, Suspense



Rafael è cresciuto in un inferno, chiamato Little Havana, fra la brutalità delle strade, fra la violenza subita dal padre e da tutti quelli che ha incontrato. Ha sempre sopportato tutto, solo grazie alla speranza di avere una vita migliore.

Ma quando a quindici anni prende per la prima volta in mano una pistola, capisce che il suo destino è già segnato. Dopo aver ucciso suo padre, viene condotto in un convitto religioso per ragazzi disagiati e senza futuro.

Anche in quell’istituto, Rafael deve sottostare alla violenza e subisce abusi, diventando l’ossessione di una giovane suora, Suor Lucrecia, una donna sadica e mentalmente instabile che lo trascina nelle sue perversioni.

Il destino però è implacabile, e torna a tormentare Rafael, perché non può sfuggire a quello a cui è stato destinato.

Lui non è come tutti gli altri ragazzi, Rafael Guerrera è un nome che passerà di bocca in bocca, perché sarà uno degli uomini più potenti e temuti di Miami, e diventerà il più giovane narcotrafficante della città.

Il suo soprannome e la sua fama lo precederanno, e saranno la sua maledizione: lui è el Jaguar, una bestia assetata di sangue, un uomo che non ama e che non vuole essere amato, mantenendo una sola promessa.

Mai fare del male a donne e bambini.



Jaguar è uno spin off del romanzo Pecador, scritto a quattro mani da Aura Conte e Connie Furnari, un crime romance che è stato al primo posto dei bestseller Thriller più venduti di Amazon Kindle Store, nella Top Five dei bestseller rosa, e nella classifica Top 100 dei bestseller italiani in Inghilterra e in Germania.

Questo spin off può essere letto indipendentemente dalla saga, essendo gli avvenimenti antecedenti alla serie principale.

Racconta l’adolescenza di Rafael e la sua sofferta ascesa nel mondo della criminalità organizzata di Miami, fino a diventare Jaguar, l’uomo più potente e temuto della città.



Premetti il grilletto, lo sparo echeggiò forte con un boato, il contraccolpo mi fece male alle braccia, perché era la prima volta che sparavo e non me l’ero aspettato.

Dopo qualche secondo, compresi quello che avevo appena fatto: davanti a me vidi mio padre che si agguantava la camicia sporca di sangue, provando a fermare l’emorragia sul suo torace.

Il suo sguardo, che fino a pochi secondi prima mi aveva scrutato con sdegno e derisione, adesso era cambiato. In silenzio, mi stava chiedendo come avessi potuto farlo, come un figlio avesse potuto sparare a suo padre.

Lo osservai morire, fino alla fine, godendomi quel momento.

Sostenni il suo sguardo fino a quando non si accasciò seduto sul pavimento. Continuammo a guardarci negli occhi, finché i suoi non divennero fissi e immobili. Il suo capo cadde penzoloni su una spalla.

Sentii un vocio fuori dalla porta, nel nostro giardino. I vicini avevano sentito lo sparo, presto qualcuno avrebbe chiamato gli sbirri, ne ero certo.

Se le macchine della Policia sarebbero venute o meno, era tutto da vedere. Di solito, se avevano altre seccature alla centrale o per le strade, neppure si scomodavano a raggiungere Little Havana.

Ma comunque fosse andata, dal momento stesso in cui avevo preso in mano quella pistola, prima ancora di premere quel fottuto grilletto, la mia vita era cambiata.

Quel giorno il bambino dentro di me era morto, ed era nata la bestia assetata di sangue che mi avrebbe portato a essere chi avevo sempre desiderato.

Rafael Guerrera.

Jaguar.