Mindfulness In Voce

Quando siamo in preda a emozioni difficili un consiglio molto frequente è quello di lasciare andare. Più facile a dirsi che a farsi. E se invece in quei frangenti tornassimo al respiro e provassimo ad accogliere le emozioni così come sono, semplicemente osservandole senza giudicarle?

Il tempo è il bene più prezioso che abbiamo: possiamo passarlo indaffarati e di fretta, presi dall'ansia di fare tutto, arrabbiati per le cose che non vanno, o a fare ciò che amiamo o che non amiamo. Oppure possiamo rallentare, prenderci il tempo per essere presenti e accogliere la realtà così com'è: questo è l'insegnamento della Mindfulness.

La meditazione sul respiro è uno dei fondamenti della Mindfulness: semplice ma, soprattutto all'inizio, non facile, favorisce il rilassamento del corpo e la chiarezza della mente. Qualsiasi cosa si affaccia alla consapevolezza, finché rimaniamo ancorati al respiro, il momento presente è la nostra casa e non ci sentiamo mai smarriti.

Tendiamo a ricordare di più le cose negative rispetto a quelle positive: è una caratteristica che abbiamo ereditato dai nostri antenati e che può arrivare a compromettere la qualità della vita. Il rimedio sta nell'essere consapevoli della nostra intera esperienza, ovvero nel prestare attenzione (anche) ai piccoli eventi positivi che ci accadono ogni giorno.

Il concetto di radicamento indica l'essere in contatto, fisicamente ed emotivamente, con la realtà: ovvero con le sensazioni del corpo e con l'ambiente con cui entriamo in relazione. La Mindfulness in Natura offre, tra gli altri, proprio questo beneficio: di radicarci alla terra e alleggerire il carico cognitivo delle nostre menti.

Praticare Mindfulness quando siamo alle prese con l'ansia può essere difficile: proliferazione di pensieri e sensazioni fisiche spiacevoli rendono arduo il compito di calmare la mente e il corpo. La buona notizia è che amorevole gentilezza e compassione verso noi stessi possono aiutarci.

Sentirsi vulnerabili vuol dire permettersi di essere sé stessi e accettare che il mondo ci veda per quello che siamo. Assumersi il rischio di riconoscere la propria vulnerabilità è possibile solo se non la si confonde con la debolezza, ma anzi la si considera un punto di forza da coltivare con coraggio, compassione e accettazione di sé.

Possiamo imparare a riconoscere e ad accettare le nostre emozioni difficili? Possiamo ascoltare ciò che sono venute a insegnarci senza cercare di evitarle? Possiamo esprimerle senza provare vergogna? Avere emozioni, non importa se piacevoli o spiacevoli, vuol dire essere vivi ed essere umani.

In meditazione lasciare andare significa non trattenere: una tensione fisica, un pensiero o un'emozione. Vuol dire fare spazio all'assenza e al vuoto. In particolare, nella pratica orientata al corpo, il movimento del lasciare andare può avvenire secondo due direzioni, apparentemente opposte ma sostanzialmente uguali.

Lamentarsi e prendersela col mondo è un comportamento alquanto diffuso che provoca stress e infelicitá. L'antidoto si chiama gratitudine, una disposizione mentale che non dipende da situazioni esterne, ma che nasce dentro di noi e può essere coltivata con la pratica per condurci verso il benessere e la gioia.

La vita frenetica che conduciamo, spesso orientata al fare, rende difficile ricordarsi com'è "semplicemente essere". Ci sono però tre azioni concrete, da inserire nella nostra routine quotidiana, che possono farci fare passi avanti significativi sul sentiero che porta alla presenza mentale.

La Mindfulness ci aiuta a sviluppare consapevolezza di ciò che accade dentro e fuori di noi, invitandoci ad accoglierlo con atteggiamento curioso e non giudicante. Ma questo come si riflette nella vita di tutti i giorni?

Quando ci rendiamo conto che le nostre opinioni non sono verità scolpite nella pietra e sostituiamo il desiderio irrefrenabile di avere ragione con la gentilezza, ci liberiamo da tanta sofferenza che altrimenti ci tiene prigionieri. Con la gentilezza possiamo salvare le nostre relazioni, e forse anche evitare guerre e crimini.

Rimanere presenti momento dopo momento a ciò che accade aiuta a sviluppare pazienza, qualità che a sua volta sostiene la meditazione. Accettare ciò che accade con gentilezza e compassione, ovvero comprendere che non c'è alcuna perfezione da raggiungere, è invece il primo passo per trovare l'autentica fiducia in sé stessi.

Metaforicamente parlando, la Mindfulness è come un orto di campagna: ha bisogno del contributo di diversi elementi per crescere, prosperare e dare frutti. E proprio come avviene con l'orto, alcune buone abitudini di pratica possono favorire un raccolto abbondante.

A volte la consapevolezza è disagevole, lo sperimentiamo anche in meditazione. Col tempo però impariamo che se solo riusciamo a stare con quel disagio e ad attraversarlo, non è poi così terribile. L'alternativa - rinunciare alla consapevolezza - è più facile, ma alla lunga può farci soffrire di più.

In meditazione la mente del principiante è importante e ci ricorda una verità fondamentale: nessun momento è uguale a un altro, ciascun momento è unico. Qualsiasi cosa accade durante la pratica, puoi semplicemente osservarla con sguardo limpido e accoglierla come se ogni istante fosse un'occasione per ricominciare da zero?

Pensieri ed emozioni, più tutti i film mentali che abbiamo creato nel tempo e che di solito consideriamo verità assolute e immodificabili: osservare con attenzione e gentilezza questo scorcio del Sé è un buon punto di partenza per diventare più consapevoli e avere maggiore controllo sulle proprie scelte e azioni.

Oltre a permettere a molti praticanti di godere dei suoi benefici, la grande diffusione della Mindfulness in Occidente ha creato anche una serie di malintesi e manipolazioni per cui oggi è considerata (e promossa) alla stregua di un rimedio universale. Ma è davvero così?

La Mindfulness è una forma di allenamento mentale che auspicabilmente accompagna il praticante per tutta la vita. Basta però molto meno tempo per apprendere le lezioni più importanti che la meditazione di consapevolezza porta con sé.